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Sanità Abruzzo, M5s attacca: “Riordino ospedaliero fallito, soluzione Pd è più spazio a privati”

Sanità Abruzzo, M5s attacca: “Riordino ospedaliero fallito, soluzione Pd è più spazio a privati”

PESCARA, 21 ottobre – Duro affondo di Domenico Pettinari, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e vice presidente della commissione Sanità, sull’operato della giunta D’Alfonso. Pettinari snocciola i dati e denuncia il “fallimento del riordino della rete ospedaliera, con folli soluzioni targate Pd”.

Il consigliere del M5s afferma:

“Saranno 97 i nuovi presidi privati a pagamento, abilitati dalla Regione Abruzzo, per offrire prestazioni di specialistica ambulatoriale, come visite specialistiche, laboratorio analisi, diagnostica e riabilitazione. Lo scopo è quello di cercare di colmare il disastro effettuato dal Governo Pd con il riordino della Rete Ospedaliera pubblica. Un fallimento che, numeri alla mano, ha portato l’Abruzzo ad avere un esubero di cure non garantite dal sistema sanitario regionale pubblico che ammonta a quasi 3 milioni di  prestazioni che non si è in grado di soddisfare, costringendo i cittadini a rivolgersi fuori regione, a rinunciare alle cure o ad intasare i pronto soccorso con codici bianchi”.

In sostanza un riordino che favorisce la sanità privata, riversando i costi sui cittadini:

 “Dalla deliberazione di Giunta regionale 28 luglio 2017, numero 417, si evince che in Abruzzo abbiamo avuto una richiesta totale di prestazioni annue pari 19.514.028, per un costo totale di euro 211.479.738 euro, con un costo medio pro-capite per cittadino di 159 euro. In Abruzzo, sempre dal documento, si rileva che abbiamo 95 erogatori privati che forniscono prestazioni ambulatoriali insieme alle Aziende Sanitarie pubbliche, di cui 54 sono laboratori di analisi, 9 sono case di cura, 20 sono studi di radiologia e 5 sono branca a visita, tutti suddivisi nei territori di competenza della Asl.  Si evince, inoltre, che sono state erogate 19.514.028 prestazioni a carico del Sistema sanitario regionael: di queste prestazioni 16.598.919 sono state erogate tramite l’offerta pubblica, mentre 2.915.109 tramite l’offerta privata, ad un costo più elevato rispetto a quella pubblica, in particolare per la Medicina fisica e riabilitativa FKT. Pertanto possiamo riscontrare facilmente che ci sono una serie di servizi ambulatoriali che le Asl non riescono a garantire, creando un fabbisogno aggiuntivo di prestazioni che deve essere colmato. Complici di questa ‘domanda inevasa’ sono i depotenziamenti degli ospedali minori e dei rispettivi reparti, la chiusura dei distretti sanitari e la diminuzione delle guardie mediche. Un riordino dei reparti che, quindi, lascia a piedi migliaia di cittadini costringendoli a rivolgersi agli erogatori privati a pagamento, o ad Asl fuori regione, o addirittura a rinunciare alle cure. Tutto questo si traduce in una fallimentare gestione della sanità pubblica abruzzese”.

Pettinari dunque attacca:

“E’ impensabile che dopo aver constatato il fallimento del riordino della rete ospedaliera e della conseguente carenza dei servizi ambulatoriali di diagnosi, cura e riabilitazione pubblica, l’unica iniziativa sia quella di attivare dei nuovi  ambulatori privati con costi elevati per i cittadini. Per assurdo è come se la mensa di un luogo di lavoro, dove si mangia gratis grazie alle ritenute sullo stipendio, finisse i pasti per gli operai, ed il ristoratore indicasse a questi ultimi un ristorante stellato a pagamento come soluzione per il pranzo”.

Infine il consigliere regionale spiega la ricetta del M5s:

“Per soddisfare il fabbisogno che il pubblico non riesce a garantire bisogna ampliare l’offerta pubblica e non quella privata. E’ possibile farlo eliminando gli sprechi, che sono il primo esborso di fondi pubblici; eliminando e combattendo la corruzione in ambito sanitario, come conferma una ricerca di pochi giorni fa, in base alla quale l’Abruzzo è tra le regioni più corrotte d’Italia in ambito sanitario; riducendo le liste d’attesa con un monitoraggio costante dei macchinari a disposizione e con la riattivazione di quelli esistenti, soprattutto in ambito diagnostico; potenziano i distretti, riaprendo i reparti strategici e riattivando i presidi sanitari pubblici indispensabili per il territorio”.

LA REPLICA DI PAOLUCCI: “PETTINARI LEGGA MEGLIO LE DELIBERE”

“Più che strumentali, questa volta le dichiarazioni del consigliere Domenico Pettinari sono frutto di totale ignoranza, tanto da apparire lunari. Egli non ha avuto neppure la capacità di leggere la delibera di Giunta regionale n. 417 del 28 luglio scorso che, al punto 3, chiarisce espressamente che l’area di attività sanitaria costituisce un fabbisogno teorico esclusivamente autorizzatorio e pertanto non suscettibile di accreditamento istituzionale o addirittura di contrattualizzazione”. L’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, risponde così a Domenico Pettinari.

“Sappia Pettinari che c’è una bella differenza tra autorizzazione e accreditamento, per i quali è normativamente previsto il ricorso a bandi. Quindi la delibera non comporta alcuna spesa aggiuntiva per le casse pubbliche: si tratta di un mero riconoscimento formale per chi vuole esercitare l’attività medica. Peraltro, anche nel caso di queste prestazioni a pagamento c’è priorità per le strutture pubbliche. Era un obbligo per la Regione, visto che il Decreto del Presidente del Consiglio sui nuovi LEA (livelli essenziali di assistenza) demanda alle Regioni la disciplina sulle modalità di erogazione della Specialistica Ambulatoriale. Il precedente fabbisogno regionale, deliberato nel 2012 con DCA 67, aveva terminato la sua efficacia a completamento del triennio a fine 2015, e vi era quindi la necessità per la Regione di aggiornarlo proprio per non essere inadempiente e incorrere in facili contenziosi. Pettinari confonde le mele con le pere – prosegue Paolucci – perché il fabbisogno non riguarda aree che sono state oggetto di riordino della Rete Ospedaliera e di quelli che lui chiama presunti smantellamenti e ‘dimentica’ in maniera strumentale che la stima di questo fabbisogno è erogabile in via prioritaria dalle strutture pubbliche”. “Credo che questa volta Pettinari abbia sbagliato nello scegliersi i suggeritori, perché gli unici interessati alla mancata approvazione del nuovo fabbisogno autorizzatorio sono quelli interessati alla conservazione di monopoli nel privato”.

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