Soldi sul conto corrente, c’è ancora convenienza?

PESCARA, 30 luglio – Secondo gli ultimi dati di Bankitalia, in Italia sono 1396 miliardi di euro i soldi che sono depositati su conti bancari o postali. Una tendenza, quella di mantenere la liquidità sul conto corrente, che sembra non avere nessuna flessione, che ha fatto perdere agli investitori diverse opportunità sui mercati finanziari.
I motivi di queste scelte sono legati alle incertezze che gli italiani hanno nei confronti del comparto economico e di conseguenza per ogni genere di forma legata gli investimenti. A contribuire alla scelta di tali soluzioni vi è anche un basso livello di cultura finanziaria rispetto ad altri generi di paesi come quelli Anglosassoni, un mix che porta la liquidità sui conti correnti a crescere del 5% su base annua.

Quello che ad oggi gli italiani non hanno ancora ben metabolizzato è che tenere i soldi su un conto corrente comporta delle spese, anche se la forma di gestione degli stessi è online. Prendendo in considerazione il saldo annuo di 7 conti selezionati su 8 risulta essere negativo, sia per quello che riguarda il profilo del correntista che ha depositati 10 mila euro, sia per coloro che hanno 20 mila euro. Oltre ai costi esplicitivi sono anche quelli definibili “occulti”, ovvero l’inflazione, l’aumento dei prezzi al consumo corrode il potete di acquisto dei propri soldi depositati.

Il conto corrente rappresenta quindi uno degli strumenti bancari ad oggi più diffusi, tuttavia resta sempre il dubbio sulla sua utilità come strumento di risparmio e ancora di più di guadagno, come sottolineato dagli esperti in finanza di investire24, che rappresentano un punto di riferimento gratuito per affrontare i problemi legati al mondo finanziario, fornendo consigli e informazioni utili redatti sulla base di approfondimenti e comparazioni dei principali servizi disponibili.

Gli italiani dimostrano così di avere una forte attaccatura al denaro che ci manda negli ultimi posti della classifica mondiale per utilizzo del cash. Proprio per questo alcuni stati, per disincentivare tale utilizzo dei soldi, hanno ridotto drasticamente il numero dei bancomat disponibili sul territorio. Basti vedere i dati relativi al prelievo del contante il Italia, nello scorso anno i nostri connazionali hanno prelevato con un aumento dell’8,9%, contro il 2,3% di paesi come la Germania e il 3,5% della Francia.

Va infine valutato l’impatto che andrà a generare sul contante la Psd2, la nuova direttiva dell’Unione Europea che ha come finalità quella di creare un mercato unico dei servizi di pagamento, che andrà a cambiare le abitudini di molti cittadini. Anche se gli effetti di tale direttiva non saranno a breve termine, essa andrà ad impattare su persone che già utilizzano quotidianamente strumenti di pagamento alternativi. Un percorso lungo, che necessita di un periodo in cui anche i commercianti e punti vendita si attrezzino in modo corretto per far fronte a tali novità, ma si tratta di una vera rivoluzione che sta portando anche le banche a muoversi in modo veloce verso questa nuova direzione.

La tecnologia e i servizi di internet non potevano quindi che modificare anche le abitudini di pagamento degli italiani, un percorso irreversibile ma che potrebbe generare significativi vantaggi nell’utilizzo quotidiano del denaro.

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