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Teramo, all’ospedale Mazzini rianimazione aperta 9 ore al giorno per i parenti dei ricoverati

Teramo, all’ospedale Mazzini rianimazione aperta 9 ore al giorno per i parenti dei ricoverati

TERAMO, 11 dicembre – Seguendo la scia di altre realtà anche l’Abruzzo si appresta ad un cambiamento di rotta sulla gestione delle cure all’interno dei reparti di rianimazione. E lo fa partendo da Teramo con il progetto sperimentale “Rianimazione aperta”, che sulla scorta dell’esperienza già avviata in altri ospedali italiani, consentirà, a partire da gennaio, ai parenti dei pazienti ricoverati nel reparto di rianimazione dell’ospedale Mazzini l’accesso in reparto fino a 9 ore al giorno.

“Quello di oggi è un giorno speciale. E’ forse la prima ‘inaugurazione’ dove non si tagliano nastri, non si presentano straordinarie apparecchiature né stanze fresche di vernice, ma si vara un nuovo modello organizzativo, una nuova cultura aziendale – ha commentato l’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto –  Si tratta di un cambiamento importante e difficile da attuare, che incide sul sistema di valori che dà forma alle azioni degli operatori sanitari, modificando totalmente l’organizzazione della Terapia Intensiva che si apre all’esterno, rendendo più umano il percorso di cura dei pazienti e dei loro familiari”.

Un progetto che si inserisce nel concetto di ‘umanizzazione delle cure’,  inteso come attenzione alla persona nella sua totalità, fatta di bisogni non solo organici, ma anche psicologici e relazionali, e che parte dalla consapevolezza, acquisita negli anni, dell’importanza degli aspetti relazionali e psicologici anche nella cura dei pazienti dei reparti di rianimazione.

Reparti dove, fino ad oggi, l’accesso alle visite è stato sempre particolarmente limitato perché considerato addirittura rischioso per il paziente anche per il presunto rischio di infezioni.  Rischio che la ricerca medica internazionale, negli ultimi anni, ha dimostrato essere infondato. Al contrario, sempre gli studi degli ultimi decenni, hanno evidenziato come la separazione dai propri cari sia motivo di sofferenza aggiuntiva per il paziente e la sua famiglia.

Da qui l’avvio di progetti sperimentali che vedono aprire le porte della rianimazione per diverse ore al giorno. Progetti che, come quello teramano, oltre a coinvolgere tutto il personale tradizionalmente impiegato nel reparto, vedomo l’ausilio anche di altre figure professionali:  a Teramo sono stati coinvolti un biologo per il monitoraggio delle infezioni, uno psicologo per il supporto del personale e dei familiari, un fisioterapista per la mobilizzazione precoce.

Sempre all’interno del Mazzini, inoltre, sono in essere anche lavori strutturali per l’ottimizzazione degli spazi, il rinnovo delle attrezzature ed arredi più consoni alle nuove esigenze lavorative oltre ad un complesso percorso formativo.

La sperimentazione, come sottolineato, partirà dal mese di gennaio:

“Essere i primi ad aprire in Abruzzo e in forma cosi organizzata ci rende orgogliosi – dichiara il direttore generale della Asl di Teramo Roberto Fagnano – Pensiamo ai pazienti di terapia intensiva e crediamo che curare oggi sia anche mostrare sforzi e impegno. La Rianimazione dell’Ospedale di Teramo tratta oltre 300 pazienti l’ anno ed è un carico di lavoro imponente e particolarmente delicato. Sono grato a tutto il personale che ha abbracciato con entusiasmo questa nuova visione del proprio lavoro, dimostrando una forza e un impegno straordinari”.

A margine della conferenza stampa di presentazione del progetto “Rianimazione aperta” è stata anche dedicata una targa in ricordo del dottor Giuseppe Altamura, colonna portante della Rianimazione generale teramana che, recentemente scomparso,  ”

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