Teramo, confermata la chiusura dell’Ipersimply. Il Comune: “Ci lascino la licenza commerciale”
TERAMO, 20 settembre – La Sma non retrocede di un passo e conferma la chiusura del punto vendita Ipersimply di Piano D’Acccio. E’ quanto emerso questa mattina la tavolo delle relazioni industriali della Provincia di Teramo, al quale hanno partecipato il presidente della Regione Giovanni Lolli, il consigliere Mario Nugnes (in rappresentanza del presidente Renzo Di Sabatino), il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, l’assessore comunale al commercio Antonio Filipponi, i consiglieri comunali Luca Pilottil e Andrea Core, la Rsa aziendale e i sindacati. Tavolo nel corso del quale l’azienda, assicurando di non voler effettuare licenziamenti, ha formulato una proposta di trasferimento dei 53 addetti attualmente impiegati a Teramo mediante l’elaborazione di uno schema che prevede l’impiego dell’80 per cento delle risorse in un’area circoscritta e del restante 20 per cento in punti vendita più distanti, “ma comunque ricompresi nell’ambito della cosiddetta “regione commerciale, nel rispetto dei criteri di legge e delle esigenze tecnico/produttive”.
Proposte quelle dell’azienda che non hanno soddisfatto i sindacati di categoria, con il Comune che ha chiesto alla Sma di rimettere la licenza commerciale nelle mani dell’ente al fine di facilitare possibili ipotesi di “riallocazione nel sito di soggetti commerciali in grado di garantire il riassorbimento degli attuali addetti”.
“Abbiamo posto sul tappeto alcune proposte – ha dichiarato al termine dell’incontro Giovanni Lolli – la Regione comprende anche le ragioni dell’impresa ma per risolvere positivamente la vertenza dobbiamo stringere su condizioni accettabili: la prima è che i trasferimenti siano sostenuti con un’integrazione degli stipendi, il secondo punto riguarda la consistenza degli incentivi all’esodo, la terza è che noi abbiamo il dovere di guardare ad una alternativa per questi lavoratori. La città di Teramo vive questa vertenza con partecipazione, la chiusura dell’ipermercato come l’ennesima spoliazione”.
Da qui la richiesta avanzata all’azienda di lasciare la licenza nelle mani del Comune, anche in considerazione del fatto che la Regione e Abruzzo ha bloccato il rilascio di nuove licenze fino al 2013.
“E’ fondamentale che al tavolo si siano ritrovate tute le parti in causa: lavoratori, azienda, istituzioni, sindacati. La trattativa non è facile ma noi abbiano messo sul tavolo alcune condizioni irrinunciabili – ha sottolineato il sindaco Gianguido D’Alberto – Innanzitutto la tutela dei lavoratori, con la salvaguardia della condizioni che consentano ad essi di sopportare i licenziamenti o i trasferimenti, con adeguate tutele economiche. Altra condizione è quella di evitare che i trasferimenti si trasformino in licenziamenti mascherati. Anche per questo esigeremo che la licenza commerciale torni nelle mani del Comune, allo scopo di intraprendere, assieme alla Provincia, attività che possano dischiudere orizzonti nuovi, in termini di occupazione. Non va messo in secondo piano l’aspetto più generale, relativo alle conseguenze che si riverberano sulla città, già provata dagli eventi degli ultimi anni e che non può continuare a subire situazioni che ne mortificano il rilancio”.
Al termine dell’incontro i rappresentanti dell’azienda si sono riservati di riflettere sulle proposte avanzate dai sindacati ed istituzioni, con un nuovo incontro fissato per il 26 settembre sempre in Provincia.