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Teramo, entra nel vivo il processo al carabiniere accusato di concussione ai negozianti

Teramo, entra nel vivo il processo al carabiniere accusato di concussione ai negozianti

TERAMO, 19 gennaio – E’ entrato nel vivo questa mattina, davanti ai giudici del collegio (presidente Franco Tetto, a latere Sergio Umbriano e Lorenzo Prudenzano), il processo che vede imputato per concussione il 50enne brigadiere dei Carabinieri Fiorenzo Boccuzzi, attualmente ancora sospeso dal servizio.

Carabiniere  che all’epoca era in forze al nucleo radiomobile di Teramo e che, secondo l’accusa, in diverse occasioni approfittando del suo ruolo e della divisa che indossava si sarebbe fatto consegnare da alcuni commercianti generi alimentari, occhiali e un casco  da motociclista senza pagarli o pagandoli a un prezzo molto più basso del reale valore.

A far scattare le indagini, alcuni anni fa, le denunce di alcuni commercianti. E proprio alcuni commercianti, che all’epoca avrebbero avuto a che fare con Boccuzzi, questa mattina sono stati ascoltati in aula dove hanno raccontato come il carabiniere in più occasioni non avrebbe pagato i prodotti. E se alcuni dei testimoni hanno dichiarato di sentirsi intimoriti tutti hanno negato di essere stati minacciati.

“Veniva spesso, di notte, in divisa, e prendeva quello che voleva, anche 5 o 6 pacchi, e li metteva su sedile posteriore  – ha raccontato il dipendente di un panificio – Non dicevo nulla perché avevo paura di una ritorsione. Una volta ha prenotato 300 panini e non ha mai pagato. Un paio di volte è venuto in borghese. Se non fosse stato un carabiniere gli avrei chiesto di pagare. Ero intimorito dalla divisa, aveva un comportamento spavaldo e arrogante”.

Ma alla domanda se avesse mai ricevuto minacce l’uomo ha risposto di no. A confermare i mancati pagamenti della merce presa anche il fratello del primo testimone, quest’ultimo proprietario dello stesso panificio.

“Non gli abbiamo mai chiesto di pagare per il timore che reagisse male – ha detto – Minacce non ce ne sono mai  state, però era un carabiniere, mi vergognavo a chiedergli i soldi. Se non fosse stato un carabiniere non gliel’avremmo consentito”.

Sul banco dei testimoni anche un collega di Boccuzzi, che in almeno due occasioni si era trovato con lui di pattuglia, e che rispondendo alle domande del pm ha confermato come in un’occasione si fossero fermati davanti al panificio e Boccuzzi fosse entrato mentre lui aspettava fuori.

“Quando è uscito portava un sacco, non gli ho chiesto cosa ci fosse dentro – ha detto – l’ha messa in macchina, nel baule, siamo andati a casa di Boccuzzi e lui ha lasciato il sacco nel box auto, poi abbiamo ripreso il turno normalmente”.

Tra i testi ascoltati questa mattina anche il proprietario di un negozio di moto ed accessori per moto, che ha raccontato di un episodio in cui Boccuzzi avrebbe preso un casco ed un paio di guanti pagando molto meno del dovuto.

“Boccuzzi l’ho conosciuto in quel caso – ha raccontato l’uomo – una volta venne con l’auto di servizio, il collega lo aspettava fuori, chiese costo di alcuni accessori per moto e disse che era in servizio e che sarebbe ripassato quando non lavorava. Poi venne in moto, in borghese, prese un casco e mi chiese il prezzo. Mi sembra venisse sui 300 euro, lui prese il casco, io gli feci un po’ di sconto, poi iniziò a dire che era troppo, che voleva pagare di meno. Io dissi che non potevo farlo pagare di meno. Nel frattempo disse che doveva prendere un paio di guanti, mi sembra che il costo medio dei guanti fosse sui 100 euro. In tutto quindi sui 400 euro. Lui disse, ed io pensavo fosse una battuta “i guanti li prendiamo in omaggio con il casco. Poi cacciò poco, tipo 150 euro. Io gli dicevo che non andava bene, da lì comincio ad insistere, mi disse “guarda che dopo stai sotto la mia protezione”. Prese il casco, i guanti, mi diede quei soldi e iniziò ad uscire”.

Il commerciante ha quindi raccontato di essersi alterato, di essere uscito fuori dietro a Boccuzzi, di avergli più volte detto che non andava bene.

“Allora mi diede altri venti euro e mi disse questo è tutto – ha aggiunto – continuammo a discutere fuori dal negozio, poi prese la moto e se andò. All’inizio volevo denunciare, poi ho pensato di lasciar perdere per il ruolo che aveva Boccuzzi. Ho pensato che essendo un carabiniere l’avrebbero presa alla leggera”.

A confermare la discussione tra Boccuzzi e il commerciante anche un cliente del negozio di moto ed accessori, che quel giorno si trovava in negozio. Cliente che ha detto di non aver sentito il contenuto della discussione ma di aver visto il proprietario del negozio molto alterato.

“Mi ricordo che mi trovavo nell’officina del negozio perché dovevo ritirare la moto e mentre aspettavo vidi il proprietario discutere con una persona – ha raccontato – Ricordo che dopo un po’ il cliente andò via frettolosamente e il titolare venne da me, che stavo aspettando. Era molto agitato, innervosito e  mi disse che questa persona approfittava del suo ruolo, della sua posizione”.

Dopo l’audizione dei testi il processo è stato aggiornato al 25 maggio per ascoltare altri 5 testimoni citati dalla Procura ed 8 citati dalla difesa.

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