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Teramo, violenza sulla donne: dopo il lockdown impennata di richieste d’aiuto

Teramo, violenza sulla donne: dopo il lockdown impennata di richieste d’aiuto

TERAMO, 23 novembre –  In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, mercoledì,  grazie a una collaborazione tra la Commissione pari opportunità della Provincia e i centri commerciali Gran Sasso di Teramo, Val Vibrata di Colonnella, Universo di Silvi e la Torre di Martinsicuro, nei quattro esercizi commerciali saranno distribuite mascherine e affissi appositi adesivi per far conoscere a più donne possibili l’attività del centro antiviolenza della Provincia “La Fenice”.

L’iniziativa sarà realizzata grazie a una donazione della “Di Sante Mobili” di Teramo, utilizzata per la realizzazione degli adesivi, e la decisione di affiggere gli adesivi “in uno dei luoghi più intimi”, come i bagni, risponde all’esigenza di garantire alle donne di poter registrare e utilizzare il  numero del centro in totale anonimato e sicurezza. 

Nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, che si è svolta in remoto con la partecipazione di Attilio Di Sante, della presidente della Cpo Tania Bonnici Castelli, della vicepresidente della Cpo Maria Grazia Marinelli e della consigliera delegata alle pari opportunità Beta Costantini sono stati anche illustrati i dati relativi ai servizi della “Fenice” e all’evoluzione che si è registrata in questo particolare frangente considerato che la pandemia ha costretto molte donne a convivere con il proprio carceriere.

 Dati dai quali è emerso come  subito dopo il lockdow si è registrata un’impennata nella richiesta di aiuto, a dimostrazione di come durante il periodo di maggiori chiusure legate alla pandemia molte donne non abbiano potuto cercare aiuto. Anche per questo gli adesivi saranno apposti nei centri commerciali, uno dei luoghi dove è probabile che le donne siano da sole e libere di telefonare.

 In particolare, i dati registrati fino al 18 novembre, parlano di 71 donne assistite dal centro antiviolenza e sette ospitate presso la casa rifugio Casa Maia. Nello specifico 31 sono state prese in carico dallo sportello di Teramo, 6 da quello di Martinsicuro, 4 da quello di Pineto, 6 da quello di Isola (attivo da poco), 5 quelle che hanno svolto il primo colloquio a Casa Maia e 22 quelle che hanno avuto un contatto telefonico. Un’altra donna, invece,  accolta in emergenza in casa rifugio non è stata presa in carico dal centro antiviolenza ma è stata subito inviata ai servizi sociali competenti del territorio di residenza per l’attuazione degli interventi di supporto necessari.

Dalla lettura dei dati emerge inoltre che la maggior parte delle donne viene inviate al centro dalle forze dell’ordine e solo in pochissimi casi dal pronto soccorso o dai servizi sociali, e la fascia più rappresentativa di donne che cercano aiuto è quella tra i 41 e 50 anni. Nella stragrande maggioranza dei casi, inoltre, il maltrattante è il marito, o comunque un familiare o un conoscente.

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