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Terremoto e neve, sindacati ai parlamentari: “Abruzzo a rischio spopolamento”

Terremoto e neve, sindacati ai parlamentari: “Abruzzo a rischio spopolamento”

PESCARA, 6 febbraio – “L’Abruzzo è a rischio spopolamento”. A lanciare l’allarme sono Cgil, Cisl e Uil regionali, secondo cui “servono con urgenza risanamento e messa in sicurezza del territorio, altrimenti sarà impossibile arrestare il fenomeno”. La questione è stata affrontata nel corso di un incontro con i parlamentari abruzzesi, finalizzato ad illustrare le priorità da portare avanti per quanto riguarda le emergenze sisma e maltempo. Le tre sigle chiedono di ampliare il cratere sismico, di valutare il ricorso allo strumento delle zone franche, di prevedere ammortizzatori in deroga per piccole e micro imprese e di lavorare ad un sistema migliore di gestione dell’emergenza.

L’obiettivo delle organizzazioni sindacali è che temi e questioni affrontati nell’incontro vengano tradotti in misure da inserire nel decreto terremoto del Consiglio dei ministri e negli altri provvedimenti su cui si sta lavorando. Ad illustrare le priorità dell’Abruzzo, nella sede del Consiglio regionale, sono i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Sandro Del Fattore, Maurizio Spina e Roberto Campo, insieme a rappresentanti delle associazioni d’impresa. Presenti i deputati Vittoria D’Incecco, Gianluca Fusilli, Antonio Castricone (Pd), Gianni Melilla (Si-Sel) e Gianluca Vacca (M5s), i quali si sono messi a disposizione, dicendosi d’accordo con le questioni poste.

I sindacalisti sottolineano la necessità di provvedere con estrema urgenza alla messa in sicurezza e al risanamento del territorio:

“Il sisma sta producendo un effetto drammatico – osservano i segretari – Il maltempo, ma soprattutto il sisma, hanno colpito aree già a forte rischio spopolamento. Il tema che sta venendo fuori è molto delicato, perché le scosse continuano e questo genera sentimenti di sfiducia nelle popolazioni. Gli studenti universitari ormai si confrontano su dove trasferirsi, perché, ovviamente, per chi non è abruzzese è difficile stare in un ateneo in cui ci sono continue scosse. Diviene quindi urgente e indispensabile affrontare il tema della messa in sicurezza e del risanamento del territorio. Ci vorrebbe un piano che parta dalla ricostruzione, ma che continui. Casa Italia deve essere finanziata. Per la prima volta bisogna attuare misure preventive. Senza una politica preventiva, nei territori delle aree interne lo spopolamento non si fermerà”.

Sul fronte del decreto terremoto, a detta dei segretari è necessario “rivedere i comuni che rientrano nel cratere”:

L’Abruzzo ha avuto danni consistenti e bisognerebbe inserirne altri. Per rilanciare le aree – sottolineano Del Fattore, Spina e Campo – è necessario prevedere lo strumento delle zone franche almeno per due anni con l’obiettivo di far ripartire l’economia. Sappiamo che c’è una discussione per verificare i costi, ma sarebbe uno strumento indispensabile da avere”.

Per quanto riguarda le conseguenze dell’ondata eccezionale di maltempo, Cgil sottolineano che “molte imprese ancora oggi faticano a ripartire” e il timore è che “l’emergenza neve possa portare al licenziamento di migliaia di lavoratori“.

“Bisognerebbe prevedere gli ammortizzatori in deroga per almeno tre mesi per coprire tutti quei lavoratori delle piccole e piccolissime imprese che tali strumenti non hanno. Nelle grandi aziende – affermano i tre segretari – i lavoratori hanno la possibilità in caso di maltempo di chiedere la cassa integrazione normale, quindi ci vorrebbe un trattamento uniforme. Il timore è che l’ondata eccezionale di maltempo possa portare al licenziamento di migliaia di lavoratori. Bisognerebbe inoltre posticipare pagamenti e rate dei mutui per i lavoratori che non hanno avuto la possibilità di lavorare”.

Ai parlamentari, Cgil, Cisl e Uil ribadiscono anche la necessita di far sì che l’Abruzzo “si attrezzi meglio sulla gestione delle emergenze”, mentre sul fronte dei disagi dovuti alla mancanza di corrente elettrica è stata chiesta “un’iniziativa parlamentare per chiarire, eventualmente per rivedere i rapporti e per essere sicuri sul futuro, affinché non si ripeta che decine di migliaia di abruzzesi e di aziende restino senza elettricità”. 

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