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Tragedia di Genova, allarme Legambiente: “Ponti Abruzzo a rischio per terremoti e usura”

Tragedia di Genova, allarme Legambiente: “Ponti Abruzzo a rischio per terremoti e usura”

PESCARA, 14 agosto – “La più grande opera pubblica di sicurezza e occupazionale resta la manutenzione”: lo afferma il presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco, nel giorno della tragedia di Genova, dove è crollato il ponte Morandi dell’autostrada A10, vicenda che riporta l’attenzione sulla sicurezza delle infrastrutture abruzzesi. “Negli ultimi anni tante sono state le situazioni di pericolo segnalate sulla stabilità di ponti e viadotti a causa dei terremoti e usura del tempo”, dice l’associazione ambientalista. 

“Nel giorno del cordoglio ai familiari delle vittime della catastrofe di Genova, tornano gli interrogativi sulla sicurezza dei nostri ponti”, afferma Di Marco, che segnala “lo stato dei viadotti autostradali Teramo-Roma e Pescara-Roma” (autostrade A24 e A25) e ricorda “il crollo del ponte sulla statale 16 all’altezza della foce del Sangro, collassato all’improvviso”, due ponti nel tratto Atessa-Lanciano, per tenuta dei pilastri, e “i ponti chiusi che collegano l’area industriale della Val di Sangro con la Campania per problemi di stabilità”.

Per Legambiente occorre “interrogarci sullo stato di salute delle infrastrutture alla luce del traffico attuale che viaggia su un costruito degli anni Sessanta, fatto di calcestruzzo, non certo materiale eterno”.

Un richiamo che fa tornare d’attualità “il piano di messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25, interrotto a metà per la mancata erogazione di tutti i fondi da parte del ministero delle Infrastrutture con cui la concessionaria, Strada dei Parchi Spa, ha in atto un braccio di ferro. Le autostrade tra Lazio e Abruzzo risalgono agli anni Sessanta e solcano territori sismici segnati dai terremoti del 2009, del 2016 e del 2017; sono anche arterie strategiche in caso di calamità naturali”.

Secondo quanto si apprende, finora sono stati effettuati solo interventi “per l’antiscalinamento – informa Legambiente – delle campate sui viadotti, con installazione di collari con travi bullonate tra i vari blocchi e giunti; ma nessun intervento sui piloni che sostengono i viadotti. Inoltre, le gallerie più lunghe di mille metri non rispetterebbero la normativa che prevede aree di sosta collegate ai due tunnel; non si ha notizia dell’installazione di sensori nei piloni per monitorare la stabilità. Ed e’ ancora al palo il progetto di definitiva messa in sicurezza previsto nella legge di stabilità del 2012 in conseguenza del terremoto del 2009”.

Un appello dall’Ordine degli Architetti della provincia di Teramo “alle forze politiche nazionali e locali, perché le infrastrutture e gli edifici da mettere in sicurezza sono nei nostri comuni, lungo le nostre strade, nei luoghi frequentati dai nostri figli”.

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