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Violentava figlia e suocera, teramano condannato a nove anni

Violentava figlia e suocera, teramano condannato a nove anni

TERAMO, 1 giugno – Tradita quando non aveva ancora 14 anni da chi avrebbe dovuto proteggerla. Ferita nell’anima da un padre che avrebbe abusato di lei per diverso tempo e che, insoddisfatto, avrebbe riservato quegli abusi anche all’anziana suocera, mantenendo costantemente la famiglia  in un clima di paura e vergogna ed accompagnando quelle violenze a continui maltrattamenti, perpetrati anche nei confronti della moglie e del figlio. Una vicenda che oggi ha visto il giudice Domenico Canosa, al termine del processo con rito abbreviato, condannare a nove anni un 50enne residente lungo la costa teramana accusato di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.  Il pm Laura Colica, titolare del fascicolo, aveva chiesto per l’uomo una condanna a sette anni.

All’uomo sono inoltre state applicate le pene accessorie e il giudice ha disposto il risarcimento del danno da quantificarsi in separata sede ed una provvisionale di 50mila euro a favore della figlia e di 10 mila euro a testa in favore della moglie e del figlio.

Sempre nella stessa udienza il gup ha disposto il non luogo a procedere per la mamma della ragazzina, per la quale il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio per maltrattamenti nei confronti della figlia. La donna era infatti accusata di aver cercato di convincere la ragazzina a far tornare a casa il padre nonostante il provvedimento di allontanamento dell’uomo dalla casa familiare disposto dal giudice nel corso delle indagini.

A far partire l’inchiesta, lo scorso anno,  era stata una segnalazione partita da alcuni insegnanti della ragazzina che, notando un suo cambiamento, erano riusciti a strapparle qualche confidenza.

Da qui l’apertura di un fascicolo nei confronti dell’uomo, con le indagini affidate alla polizia nel corso delle quali erano emerse anche la violenza nei confronti della suocera e i maltrattamenti nei confronti dell’intero nucleo familiare. Indagini al termine delle quali la Procura aveva chiesto per il 50enne il rinvio a giudizio e con l’uomo che aveva successivamente chiesto di essere processato con rito abbreviato.

Nel corso delle indagini oltre all’allontanamento dell’uomo dalla casa familiare era stata disposta, dal Tribunale dei minori, la sospensione della potestà genitoriale sia per il padre che per la madre della minore, attualmente affidata ad un altro familiare nominato.

A rappresentare la ragazzina l’avvocato Anna Candelori, nominato curatore speciale, che aveva chiesto un risarcimento danni di 1 milione di euro, mentre la madre della minore era rappresentata dall’avvocato Alessia Tracanna.

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