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Abruzzo, Coldiretti: con aumento del grano estero a rischio la cerealicoltura locale

Abruzzo, Coldiretti: con aumento del grano estero a rischio la cerealicoltura locale

PESCARA, 21 dicembre – Con l’aumento del grano estero a rischio la cerealicoltura abruzzese. A lanciare l’allarme Coldiretti Abruzzo, che questa mattina ha tracciato il bilancio dell’agro-alimentare per il 2017.

Bilancio che parla di un calo delle maggiori produzioni a causa del clima pazzo ma anche di un aumento dell’export per quanto riguarda il vino e di una grande vitalità del settore per quanto riguarda le nuove imprese. Sono infatti oltre duecento i giovani “neo-insediati”, di cui il 42% donne.

Tra i dati positivi anche quelli  relativi agli incidenti sul lavoro, che fanno registrare una diminuzione, e la maggiore attenzione del consumatore abruzzese all’origine del cibo.

A preoccupare, come sottolineato dai vertici dell’associazione di categoria, soprattutto il futuro della cerealicoltura abruzzese: un settore che vede impegnate circa 20 mila aziende, per una superficie totale di terreno coltivato a cereali pari a 87 mila ettari (di cui 34.500 ettari a grano duro per una produzione di circa 1.400.000 quintali e per un valore di circa 35milioni di euro).  Aziende che quest’anno hanno regalato un grano eccellente in relazione a tutti gli indicatori qualitativi (colore, vitrosità, glutine, peso specifico e proteine), in un settore  dalle grandi potenzialità ma che rischia di scomparire dopo l’approvazione, da parte dell’Unione Europea,  del trattato di libero scambio Ceta (da cui, secondo Coldiretti,  scaturirà una maggiore importazione di grano estero).  Sul tavolo anche le resistenze da parte dei pastai alla prossima entrata in vigore del decreto sull’origine della pasta, che da febbraio dovrà essere obbligatoriamente indicata in etichetta.

“Un importante decreto su cui è stato tentato il ricorso, perso, al Tar del Lazio da parte dei pastai – ha evidenziato nell’incontro Federici – c’è da chiedersi come mai, in un momento in cui i consumatori si schierano a favore dell’etichettatura obbligatoria, centinaia e centinaia di Comuni deliberano contro il Ceta e l’Italia conferma la posizione precauzionale sul glifosato, ci siano forze contrarie che mescolano le carte in tavola e creano una confusione strumentale”.

A preoccupare Coldiretti, come ha rimarcato il presidente Pasetti, è anche l’accordo sul grano proposto dal presidente di Aidepi Paolo Barilla.

“Non si puo’ firmare un accordo che denigra la qualità del grano italiano senza dire una parola sulle importazioni di un milione di tonnellate di grano dal Canada trattato in preraccolta con glifosato, accusato di essere cancerogeno e per questo vietato in Italia –  ha evidenziato Pasetti – La battaglia del grano continua fino a quando non sarà garantito un prezzo equo agli agricoltori e non saranno assicurate informazioni complete e trasparenti ai consumatori”.

La posizione di Coldiretti Abruzzo sul discorso grano è chiara: No all’importazione del grano da Paesi in cui è consentito l’uso di prodotti vietati in Italia, dove vige il “principio di precauzione” per questioni di salubrità e sicurezza alimentare; no a finanziamenti pubblici, anche regionali, a chi non si impegna concretamente per la valorizzazione del made in Italy dal campo alla tavola e per la salvaguardia dell’economia agricola territoriale; So a processi produttivi della pasta italiana ottenuta principalmente con il grano locale equamente retribuito.

“Dalla nostra parte – ha aggiunto Federici – ci sono sia i consumatori che le pubbliche amministrazioni, come dimostrano i risultati della campagna #noCeta che in Abruzzo ha avuto il sostegno della Regione e delle 4 Provincie oltre che di ben 197 Comuni che finora hanno già deliberato ufficialmente contro quest’ultimo. Nel caso della provincia di Teramo, i comuni a deliberare sono stati addirittura il 100%. La nostra battaglia continua – e la vinceremo”.

Ma per quanto riguarda la cerealicoltura non ci sono solo problemi e preoccupazioni. Tra le buone notizie, infatti, Nel anche il primo accordo di filiera siglato da Consorzi agrari di Italia, sotto la regia di Coldiretti, con il gruppo Casillo per l’acquisto di 6 milioni di quintali di grano (3 milioni di tenero e 3 milioni di duro) rigorosamente biologico provenienti dal Centro sud Italia, Abruzzo compreso.

Battaglia del grano a parte questa mattina Coldiretti ha illustrato in maniera compiuta il bilancio dell’intero settore agroalimentare, ricordando un calo generalizzato della produzione dovuto prima a nevicata e sisma e poi alla siccità che ha interessato per mesi tutta l’Italia.

“E’ stata stimata nel settore orticolo una perdita di ricavi, solo relativamente alla Marsica, di oltre duecento milioni di euro danni con un calo di produzione fino al 50% nell’area di Avezzano e nella piana del Fucino – sottolinea Coldiretti –  Oltre agli ortaggi, le perdite sono state registrate anche per olio e vino, che evidenziano un decremento produttivo tra il 20% e il 30%, e sulla zootecnica con un crollo del 20% e a molte produzioni secondarie: -80% i tartufi e -50% il miele”.

Nonostante le difficoltà il settore, anche grazie al primo bando del programma di sviluppo rurale 2013-2020, ha visto la nascita di nuove aziende, con oltre 200 nuovi giovani agricoltori under 40 di cui il 42% donne.

Discorso a parte per l’export, dove L’indice nel 2017 si sono registrati alcuni campanelli di allarme. Ma la situazione non riguarda il prodotto per eccellenza: il vino. Che ha fatto segnare un più 8 per cento nell’ultimo anno e un più 10 per cento nel primo trimestre del 2017. Un segno molto importante su un prodotto che è diventato simbolo della nostra regione e che è ormai conosciuto in tutto il mondo.

Dati positivi, infine, come già sottolineato, per gli infortuni in agricoltura, diminuiti del 20%. Un trend che è confermato dai primi dati del 2017 : nel periodo compreso tra gennaio e ottobre, sono stati denunciati 1229 infortuni a fronte dei 1306 relativi allo stesso periodo del 2016.

“Un anno decisamente particolare non solo per l’Abruzzo ma anche per tutta Italia – conclude Coldiretti Abruzzo – che ha regalato luci e ombre ma sicuramente anche tante prospettive per un settore comunque caratterizzato da un importante dinamismo in un mondo sempre più interessato al cibo e all’agroalimentare. Sicuramente tra i dati positivi del 2017 c’è anche l’entrata in vigore dell’etichetta del latte uht e dei formaggi, che segna un ulteriore tassello sulla strada della trasparenza percorsa e voluta da Coldiretti a favore dei consumatori e delle imprese. Da un punto di vista prettamente regionale, l’auspicio è che il 2018 sia caratterizzato da uno snellimento burocratico e dalla maggiore efficienza degli uffici regionali che purtroppo incide sulla vita delle imprese più dinamiche”.

 

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