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Earthquake: gli indagati scelgono di non rispondere. Melchiorre si dimette dagli incarichi

Earthquake: gli indagati scelgono di non rispondere. Melchiorre si dimette dagli incarichi

PESCARA, 19 ottobre – Angelo Melchiorre sceglie di tacere. Intanto ha deciso di dimettersi da tutti gli incarichi che fino ad oggi ha ricoperto. E’ il primo degli interrogati nell’ambito dell’inchiesta Earthquake: il primo a sedersi davanti al gip Gianluca Sarandrea e ai pm Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio.

Con lui i suoi difensori, gli avvocati Lino Sciambra e Giulio Di Berardino. Melchiorre è indagato in qualità di responsabile tecnico del Comune di Bussi e dell’Ufficio territoriale per la ricostruzione numero 5. ed è una delle persone intorno a cui ruoterebbe il sistema di tangenti per la ricostruzione di centri a cavallo tra le province di Pescara e L’Aquila.

“Il mio assistito non ha risposto, solo perché non abbiamo ancora ricevuto le copie degli atti – ha detto Sciambra -. Subito dopo saremo noi a chiedere di essere interrogati, per chiarire ogni cosa. Melchiorre si è dimesso da responsabile tecnico del Comune e da responsabile dell’Utr numero 5, perché la sua attuale posizione impedirebbe agli uffici di proseguire il proprio lavoro.

Abbiamo chiesto la revoca degli arresti domiciliari – dice ancora Sciambra – poiché i fatti contestati si riferiscono agli anni 2010, 2012 e 2013, e anche alla luce delle dimissioni di oggi, decade il rischio di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato. Le sue condizioni di salute non sono ottimali – ha rimarcato l’avvocato – e un attimo di cedimento appare comprensibile”.

Il riferimento è alle lacrime versate in aula e all’aspetto particolarmente provato.

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere anche Emilio Di Carlo, 54 anni, in qualità di direttore dei lavori e progettista degli aggregati 43 e 45 del Comune di Bussi (Pescara) e l’ex colonnello dell’esercito Giampiero Piccotti, 80 anni, di Gubbio (Perugia).

AGGIORNAMENTO ORE 15.20

Hanno deciso di parlare ed hanno risposto alle domande dei giudici per diverse ore, Marino Scancella e Angelo Riccardini, tra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta.

Riccardini, tecnico ed ex consigliere del Comune di Gubbio, come riferito dal suo avvocato, Mario Monacelli, ha risposto a tutte le domande per oltre due ore. “Abbiamo chiesto la revoca, e in subordine l’attenuazione delle misure cautelari, e riteniamo di avere chiarito l’estraneità del mio assistito rispetto ai fatti contestati”, dice il legale.

Ha risposto al giudice, per oltre un’ora, prima di Riccardini, anche Scancella,  in qualità di architetto incaricato della progettazione dell’aggregato 30 del Comune di Bussi. Ha fornito chiarimenti sugli incarichi assunti e, assieme al suo difensore, ha lasciato l’aula da un’uscita secondaria.

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