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Acqua del Gran Sasso, il Procuratore: “Non è inquinata, ma vanno risolte le criticità”

Acqua del Gran Sasso, il Procuratore: “Non è inquinata, ma vanno risolte le criticità”

TERAMO, 09 ottobre – Niente allarmismi, perché ad oggi “l’acqua non è inquinata” ma la necessità di mettere in campo, da parte delle istituzioni competenti, quelle opere di messa in sicurezza che possano garantire la coesistenza di laboratori e gallerie autostradali con un bacino idrico come il Gran Sasso. E’ questo il filo conduttore della conferenza stampa con cui questa mattina il Procuratore Antonio Guerriero, insieme a due dei tre magistrati che compongono il pool che sta indagando sul sistema Gran Sasso (i pm Davide Rosati, Greta Aloisi e Stefano Giovagnoni) è intervenuto per fare il punto sulla situazione e spiegare il senso della missiva inviata, insieme alla perizia messa nero su bianco dai consulenti della Procura, ai vari enti nazionali, regionali, provinciali e comunali competenti.

“Al di là di eventuali reati penali ci sono forti criticità di tipo strutturale che vanno necessariamente risolte attraverso complessi ed articolati lavori e con un notevole stanziamento di fondi da parte degli enti preposti, aspetti questi non di competenza della Procura – spiega Guerriero –  Non vogliamo creare allarmismi. L’acqua non è inquinata, chiaro. I cittadini possono stare tranquilli. L’acqua si può bere, io la bevo tutti i giorni. Ma ci sono delle criticità su cui bisogna intervenire. Vent’anni fa ci fu unìindagine della Procura di Teramo, il laboratorio fu sequestrato e furono stanziati 80 milioni di euro per effettuare tutta una serie di lavori che in realtà, da quanto emerge dalla perizia che abbiamo fatto effettuare, non sono stati completamente realizzati”.

Ad oggi, per Guerriero, né laboratori né gallerie autostradali sarebbero adeguatamente impermeabilizzate, con il rischio di contaminazioni in caso di incidenti.

“Sia i laboratori che la galleria sono beni di grande valore che vogliamo tutelare, ma devono poter convivere in sicurezza con quella spugna che è il Gran Sasso – ha continuato Guerriero – ad oggi i laboratori non sono adeguatamente impermeabilizzati e su 12 chilometri di galleria ne è impermeabilizzato uno solo. Non siamo intervenuti sulla loro attività, perché ci rendiamo conto della loro importanza e perché con il sequestro che abbiamo operato abbiamo eliminato il rischio maggiore”.

Sul tavolo anche la necessità di un intervento normativo da parte della Regione, in quando la legge stabilisce che le sostanze pericolose debbano essere stoccate ad una certa distanza dai punti di captazione. Requisito che ad oggi non sarebbe rispettato. Un aspetto rispetto al quale Guerriero è intervenuto anche sull’esperimento Sox, che doveva essere effettuato sotto il Gran Sasso.

“Il Laboratorio si trova all’interno di una faglia sismica attiva – ha detto – se in caso di terremoto fosse crollata la volta sotto la quale si trovava l’esperimento cosa sarebbe successo? E’ una follia allo stato attuale pensare di fare questi esperimenti”.

 

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