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Acqua, ecco la mappa delle aree strategiche in Abruzzo: “Ci sono 100 centri di pericolo”

Acqua, ecco la mappa delle aree strategiche in Abruzzo: “Ci sono 100 centri di pericolo”

PESCARA, 24 gennaio – “La Carta delle aree di salvaguardia per l’acqua potabile e per la ricarica delle falde, attesa dal 2006, esiste”. Lo affermano  Forum H2o e Stazione ornitologica abruzzese che, dopo un accesso agli atti, svelano l’esistenza e i contenuti del documento atteso da 12 anni. Uno strumento che, se adottato “senza ulteriori ritardi dalla Regione con i relativi vincoli d’uso del territorio, dalle cave alle industrie insalubri, dalle attività del Laboratorio di Fisica del Gran Sasso alla megacava in progetto a Popoli a pochissima distanza dalle Sorgenti del Pescara, segnerà un punto di svolta per la tutela delle aree strategiche per questo bene fondamentale per la vita”.

Gli ambientalisti ricordano che si tratta di un territorio “in cui già oggi il 50% dei corpi idrici sotterranei, secondo la più recente classificazione dell’Arta, non rispetta gli standard comunitari per la qualità a causa dell’inquinamento” e parlano di “un passaggio fondamentale per avere uno strumento indispensabile per la corretta gestione dell’acqua. Sono state individuate vaste aree della regione, a conferma della strategicità dell’Abruzzo per la salvaguardia dell’acqua in Italia”.

Il documento indica le “zone dove vietare centri di pericolo come cave, industrie insalubri, stoccaggi di sostanze pericolose e discariche nonché delocalizzare-mettere in sicurezza quelli esistenti”. Decine, secondo le associazioni, i centri di pericolo individuati, mentre “con i cambiamenti climatici è vietato continuare a sbagliare sulla disponibilità e qualità dell’acqua”.

IN ABRUZZO CIRCA 100 ‘CENTRI DI PERICOLO’

Venticinque discariche con segnali di contaminazione, cinque discariche ancora da monitorare, altre 67 discariche, tre siti contaminati di altro genere, sei siti industriali attivi, due stabilimenti a rischio di incidente rilevante (tra cui i Laboratori del Gran Sasso). Sono i ‘centri di pericolo’ censiti nella Carta delle aree di salvaguardia per l’acqua potabile e per la ricarica delle falde, realizzata dall’Ersi per conto della Regione Abruzzo e divulgata, dopo un accesso agli atti, da Forum H2o e Stazione Ornitologica Abruzzese.

I dati sono relativi al periodo dello studio, affidato alla società di Padova BetaStudio, e cioè al biennio 2015-2016.

Gli ambientalisti citano, tra l’altro, l’esempio dei Laboratori del Gran Sasso: “la zona di rispetto attorno alla captazione, invece degli ormai famigerati 200 metri, dovrebbe essere, secondo gli elaborati, di chilometri, come, inascoltati, avevamo largamente previsto”.

“Per arrivare a quella conclusione – sottolineano – bastava tener conto della dimensione strategica di questo patrimonio che disseta 700mila persone, della elevata vulnerabilità a causa del contesto geologico e, infine, dalla presenza di centri di pericolo. Pertanto i divieti di stoccaggio di sostanze pericolose devono valere su aree molto più vaste se si vuole risolvere veramente il problema della sicurezza di questo acquifero”.

In base ai contenuti della Carta, affermano Forum Acqua e Soa, “la realizzazione di nuove attività estrattive, impianti per rifiuti, stoccaggi di sostanze pericolose dovrà essere vietata in queste aree, con altre limitazioni d’uso che riguardano i settori più disparati per quanto riguarda le iniziative che possono danneggiare la risorsa idrica”, mentre “situazioni già esistenti o dovranno essere delocalizzate o messe in sicurezza, a seconda delle categorie di attività”.

TEMPI LUNGHISSIMI PER LA REALIZZAZIONE DEL DOCUMENTO

Gli ambientalisti ricostruiscono anche l’iter che ha portato alla realizzazione della carta.

“L’Ersi – ricostruiscono gli ambientalisti – ha attivato la redazione dello studio solo a dicembre 2014 affidandola a BetaStudio, una società di Padova. Da quanto risulta dalle testate degli elaborati, la documentazione era pronta già ad ottobre 2016. L’Ersi ha però approvato lo studio solo a 25 luglio 2017 impiegando poi quasi tre mesi per trasmettere le carte alla Regione, il 16 ottobre. L’esistenza della cartografia e dei relativi studi presso la Regione – aggiungono – è emersa solo grazie ad un accesso agli atti avviato a novembre dalla SOA nel contesto dell’operazione trasparenza lanciata per le vertenze per la tutela dell’acquifero del Gran Sasso e delle Sorgenti del Pescara, posti a rischio, rispettivamente, da alcuni esperimenti dei Laboratori (LVD e Borexino) e da un progetto di megacava di ben 20 ettari che dovrebbe operare fino al 2042 a soli 800 metri a monte di queste sorgenti da cui sgorgano ben 7.000 litri al secondo di acqua purissima”.

IN ABRUZZO PORTATA DI 8MILA LITRI AL SECONDO

Secondo i dati 2010 riportati nello studio il consumo idrico complessivo in Abruzzo è di circa 247 milioni di Mc all’anno, cioè una portata media di 7.845 litri al secondo, che sale a 12.452 nel periodo estivo. In Abruzzo sono state considerate nello studio 671 sorgenti; per 493 sono disponibili dati di portata (73%). Poi ci sono 154 pozzi (per l’idropotabile; pozzi per altri scopi sono decine di migliaia).

“Avere disponibilità di risorse di qualità – commentano gli attivisti – è vitale, per questo riteniamo folle, ad esempio, mettere a rischio le Sorgenti del Pescara che da sole, con 7.000 litri/secondo, potrebbero potenzialmente dissetare tutto l’Abruzzo”.

GLI ATTIVISTI: “SUBITO PROVVEDIMENTI”

I rappresentanti del Forum H2o e della Soa chiedono ora che vi sia “l’immediata adozione di provvedimenti di tutela come norme di salvaguardia transitorie in attesa dell’approvazione definitiva degli elaborati a seguito di un percorso pubblico che deve essere rapido”.

“Al massimo 3-4 mesi – sottolineano – visto il mostruoso ritardo accumulato e considerato che i cambiamenti climatici in atto richiedono scelte chiare e forti per la salvaguardia dell’acqua. Si parta allontanando le 2.300 tonnellate di sostanze pericolose ai Laboratori di Fisica Nucleare e bocciando la megacava alle Sorgenti del Pescara. Non possiamo giocarci a causa di questi ritardi le ultime riserve idriche abruzzesi, tra le più importanti d’Europa”.

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