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Acqua inquinata di Bussi bevuta da 260mila abruzzesi, l’indagine epidemiologica prosegue

Acqua inquinata di Bussi bevuta da 260mila abruzzesi, l’indagine epidemiologica prosegue

PESCARA, 10 aprile 2017 – Un altro piccolo passo in avanti nel lungo e articolato processo verso la valutazione della contaminazione delle acque nel sito di Bussi sul Tirino. Questa mattina i tecnici dell’Aca, l’azienda che gestisce i servizi di acqua potabile di Pescara, hanno rivelato che il percorso dell’acqua garantito quotidianamente dall’Acquedotto Giardino, tocca 20 comuni, coinvolgendo complessivamente una popolazione di 260 mila residenti. Lungo questo percorso, che parte dalla sorgente di Popoli e arriva fino a Pescara, si è inserita l’acqua del Campo pozzi di Sant’Angelo, che si presume contaminata e che si è miscelata con l’acqua pulita fino al 2007.

Il dato è stato fornito per la prima volta questa mattina, nel corso della riunione convocata dal direttore generale della Giunta regionale, Cristina Gerardis, in merito allo studio epidemiologico per la valutazione di fenomeni di contaminazione delle acque nel sito di Bussi.

La stessa Gerardis ha spiegato:

 “Si tratta  di un dato importante per la realizzazione dello studio epidemiologico perché individua utenze, territori e aree che andranno a far parte di un database dal quale l’Istituto superiore di Sanità attingerà informazioni per costruire il campione epidemiologico che servirà per valutare se la presunta contaminazione dei Campi pozzi di Sant’Angelo abbia influito sulla salute pubblica di una parte degli abruzzesi”.

L’innesto dell’acque dei pozzi di Sant’Angelo con le acque dell’acquedotto Giardino sicuramente è stato registrato fino al 2007 quando, su ordine della Regione Abruzzo, i pozzi furono chiusi. I 260 mila residenti hanno dunque bevuto fino al 2007 acqua miscelata, dal 20 al 100% secondo i dati Aca, tra la Sorgente Giardino e l’acqua dei pozzi di Sant’Angelo.

I dati che Aca ha fornito oggi al tavolo regionale, alla presenza dei responsabili dell’Istituto superiore di Sanità e dell’Agenzia regionale sanitaria, vanno dal 1996 al 2007 e rappresentano solo un aspetto parziale della provenienza dell’acqua, soprattutto se si pensa a prima del 1996. In questo senso, Aca ha escluso che ci siano comuni della Val Pescara o zone di essa che dal 1996 siano stati esclusivamente forniti dal Campo pozzi Sant’Angelo fino al loro funzionamento.

Individuata la filiera acquedottistica e il numero dei residenti sui quali si costruirà il campione, l’Istituto superiore di Sanità chiederà ai Comuni interessati la disponibilità delle anagrafe comunali, dello stato di famiglia dei titolari delle utenze, i certificati di morte con causa iniziale, intermedia, terminale e altri condizioni morbose rilevanti e la disponibilità dei dati legati ai ricoveri ospedalieri. La Regione, ha assicurato il direttore generale, convocherà i comuni interessati, ma soprattutto dovrà fornire all’Iss la progettazione tecnica del Campo pozzi Sant’Angelo, voluto dalla Regione Abruzzo con un finanziamento della Cassa per il Mezzogiorno.

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