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Castelnuovo, morì folgorato su un traliccio: tre condanne per omicidio colposo

Castelnuovo, morì folgorato su un traliccio: tre condanne per omicidio colposo

TERAMO, 12 aprile –  Si è concluso con tre condanne  e quattro assoluzioni il processo per la morte di Roberto Damiani, 40 anni, operaio di Penne, che a settembre del 2014 rimase folgorato da una scarica da 20mila volt mentre stava lavorando su un traliccio a Castelnuovo. Una morte per la quale questa mattina, al termine del processo di primo grado, il giudice Franco Tetto ha condannato a nove mesi per omicidio colposo Pietro Marcelli e Franco Ruggeri, entrambi dipendenti Enel, e  Francesco Cantagallo, preposto della ditta Tonelli. Per loro la Procura aveva chiesto la condanna  ad 1 anno e 4 mesi ciascuno. Assolti per non aver commesso il fatto, invece, così come chiesto dalla stessa Procura, gli altri quattro imputati: Andrea Salvatori, delegato Enel zona di Teramo, per i dipendenti Enel Pasqualino Ardizzi e Giuseppe Mastrodascio e per Adriano Tonelli, titolare della Tonelli costruzioni.

I sette erano finiti a processo al termine di una lunga attività di indagine della Procura, titolare del fascicolo il pm Stefano Giovagnoni, per la quale la morte di Damiani era stata causata una serie di inadempienze che avevano portato chi doveva occuparsi della corretta esecuzione dei lavori a fare i controlli propedeutici, compresa la sospensione della corrente, su un traliccio sbagliato: non quello di Pianura Vomano, dove dovevano essere effettivamente sostituiti i pali e dove Damiani è rimasto folgorato, ma quello di Guardia Vomano.

I due tralicci, infatti, si trovano ad appena 40 metri di distanza l’uno dall’altro e secondo gli accertamenti effettuati dalla Procura per tutta una serie di errori le azioni propedeutiche erano state effettuate sul traliccio sbagliato. Così quando Damiani aveva cominciato a lavorare sulla struttura di Pianura Vomano era rimasto folgorato. In realtà lo stesso Damiani, secondo le procedure di sicurezza, prima di iniziare le manovre si sarebbe dovuto accertare dell’assenza di corrente utilizzando il ‘fioretto’. Operazione che però, sempre secondo la Procura, non sarebbe stata effettuata o comunque sarebbe stata effettuata male.

“E’ importante l’affermazione di non responsabilità dell’impresa, che aveva adeguatamente strutturato il cantiere – ha commentato l’avvocato Tommaso Navarra, che difendeva sia il titolare della Tonelli Costruzioni che il preposto – Valuteremo la motivazione con riferimento alla posizione residuale del preposto, laddove riteniamo che eventuali errori esecutivi non abbiano inciso nella dinamica dell’evento”.

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