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Confartigianato: “Per Natale comprate abruzzese e contribuite al rilancio del territorio”

Confartigianato: “Per Natale comprate abruzzese e contribuite al rilancio del territorio”

PESCARA, 23 dicembre – Comprate abruzzese, mangiate abruzzese. E’ l’invito che arriva da Confartigianato Abruzzo di fronte ai numeri che disegnano una regione ancora ricca di produzioni proprie, di specialità, di prodotti di qualità che troppo spesso sottovalutiamo. Il valore dei consumi per le prelibatezze artigiane, a dicembre, periodo delle festività natalizie, in Abruzzo, è pari a 121 milioni di euro. La regione conta dieci prodotti agroalimentari di qualità (Dop, Igt o Stg) e 148 prodotti tradizionali. Ed è su questo che si può puntare per una nuova economia.

L’export del settore alimentare e bevande, nei primi nove mesi dell’anno, è pari a 357 milioni di euro (246 mln il primo e 111 mln il secondo), con una crescita del 3%, dato che colloca l’Abruzzo al dodicesimo posto della classifica nazionale.

“Invitiamo i cittadini abruzzesi – afferma il direttore di Confartigianato Abruzzo, Daniele Giangiulli, rivolgendo un appello ai consumatori – ad  acquistare i prodotti del territorio, con la loro qualità eccellente, in una logica di promozione e rilancio del ‘made in Abruzzo’. E’ bene preferire le prelibatezze tipicamente abruzzesi ai prodotti dozzinali delle grandi aziende, non solo per un discorso di qualità alimentare, ma anche per contribuire, a partire da un piccolo gesto, quale l’acquisto di un regalo, al rilancio dell’economia dell’Abruzzo, del suo artigianato e delle sue micro e piccole imprese, spina dorsale della regione”.

Le imprese artigiane del settore alimentare, nel terzo trimestre dell’anno in corso, sono 2.542, il -1,4% rispetto allo stesso periodo del 2015, cioè 35 unità in meno. Le imprese abruzzesi sono il 2,8% del totale nazionale e la regione è al 18esimo posto della graduatoria italiana. Il settore che conta il maggior numero di imprese è quello di pasticceria, panifici e gelaterie, 1.053 unità, cioè il 41,4% del totale, seguito da quello dei servizi di ristorazione e cibi da asporto (777 unità, 30,6%). Il settore che colloca l’Abruzzo in testa alla classifica nazionale è, però, quello della pasta, 295 imprese, pari all’11,6% del totale del Paese.

I prodotti di qualità – Denominazione di origine protetta (Dop), Indicazione geografica protetta (Igp) e  Specialità tradizionale garantita (Stg) – in Abruzzo sono dieci (288 in Italia). Quattro nel Pescarese, altrettanti nel Chietino, cinque nel Teramano e sei nell’Aquilano (la somma dei singoli territori è superiore al totale regionale perché alcuni prodotti possono interessare più province).

I prodotti tradizionali – caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo, censiti in Italia (Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali) – in Abruzzo sono 148, cioè il 3% del totale nazionale.

Una scelta ampia dunque e, rispetto alla qualità offerta, sicuramente competitiva: basta poco per riportare sulle nostre tavole il gusto della tradizione, quello semplice e mai banale che viene da prodotti garantiti da una sele zione e da una produzione fresca e a chilometro zero.

 

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