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Coronavirus, sequestrate 21.000 mascherine a Pescara: tre persone denunciate per frode

Coronavirus, sequestrate 21.000 mascherine a Pescara: tre persone denunciate per frode

PESCARA, 24 aprile – Sequestrate 21.000 mascherine, dalla Guardia di Finanza di Pescara, nel corso di tre distinte operazioni compiute negli ultimi tre giorni.

Le mascherine sono state sottoposte a sequestro in quanto riportavano indebitamente il marchio “CE” o erano vendute in maniera ingannevole come “dispositivi di protezione individuale”. Le indagini hanno interessato un produttore, un importatore e un distributore dei dispositivi, nonché una rivendita al dettaglio, operanti tra Montesilvano, Pescara, Manoppello Scalo e Lettomanoppello.

I Finanzieri hanno appurato che le mascherine, molte delle quali in poliuretano, recavano la marcatura “CE”, marcatura indebita in realtà, in quanto erano prive della prevista certificazione, non essendo mai stata conseguita dal produttore e dall’importatore.
Inoltre la maggior parte dei prodotti veniva pubblicizzata per la vendita, tramite brochure e video su siti internet, traendo, in tal modo, in inganno gli ignari consumatori, convinti di acquistare veri e propri Dispositivi di Protezione Individuale efficaci, nonché recanti la
marcatura “CE”, mentre in realtà compravano dei semplici “copri bocca”.

Pertanto, le Fiamme Gialle nel corso dei vari interventi, hanno proceduto ad accedere presso le sedi degli operatori economici individuati, rinvenendo e sequestrando complessivamente 21.000 articoli con conseguente denuncia dei tre responsabili
per il reato di frode in commercio che prevede la reclusione fino a due anni.

Ad oggi sono stati sequestrati complessivamente oltre 28.000 prodotti tra mascherine, guanti e gel igienizzanti per i reati di speculazione sui prezzi o per frode in commercio, sanzionate 7 attività economiche (su 103 controllate) che continuavano ad operare nonostante le sospensioni imposte e verbalizzati 99 soggetti (su 1.890 controllati) per aver violato invece le prescrizioni sulle limitazioni di movimenti delle persone fisiche.

Al riguardo riceviamo e pubblichiamo una serie di precisazioni avanzate dalla Baldo Promotion, la ditta distributrice coinvolta nell’inchiesta, che mette in luce quanto segue in riferimento alla ricostruzione fornita dalla Guardia di Finanza:

“La sicurezza del prodotto non è assolutamente in discussione e non è stata contestata neanche dalla Guardia di Finanza, che si sta limitando ad effettuare accertamenti sulla regolarità delle procedure che hanno portato all’apposizione del marchio CE, mentre nessuna ipotesi di reato è stata contestata con riferimento a eventuali (e di fatto insussistenti) rischi per la sicurezza. Tano che la stessa Guardia di Finanza ha consentito, come detto, di continuare a produrre e distribuire le medesime mascherine, semplicemente rimuovendo, fino alla conclusione delle indagini, il solo marchio CE. La sicurezza delle mascherine in oggetto, peraltro, è stata validata e certificata dalla ASL, in una comunicazione esibita agli agenti della Guardia di Finanza in sede di ispezione.

Si fa inoltre riferimento ad un importatore, quando in realtà le mascherine sono prodotte in territorio italiano, fra Pescara e Montesilvano, realizzato con materiale certificato prodotto in Italia (anche la certificazione di qualità del materiale è stata esibita in sede di controlli), e distribuite sempre in Italia dalla Baldo Promotion S.r.l. Trattasi di un prodotto la cui commercializzazione,
come accennato, sta consentendo la sopravvivenza, in questo tragico momento storico, di numerose imprese del territorio abruzzese e tale sopravvivenza rischia di essere seriamente compromessa dalla diffusione di informazioni errate e screditanti.

In terzo luogo, va detto che nessuna condotta ingannevole è stata messa in atto. Sul punto, ribadito che non esistono importatori del prodotto, è doveroso precisare che la disciplina europea che consente l’apposizione del marchio CE non prevede il conseguimento di una “prevista certificazione”, ma solo l'adempimento di una serie di procedure, anche di carattere tecnico, che nella fattispecie sono state effettuate e documentate dal produttore alla Guardia di Finanza, la quale al momento le sta esaminando e con ogni probabilità ne confermerà la validità. Inoltre nessun consumatore è stato tratto in inganno, atteso che il prodotto continua ad essere venduto lecitamente pur senza il marchio CE e la sua efficacia non è in contestazione”.

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