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Covid, a Pescara tanti contagi e ricoveri record: “La zona rossa non ha funzionato”

Covid, a Pescara tanti contagi e ricoveri record: “La zona rossa non ha funzionato”

PESCARA, 6 marzo – A venti giorni dall’istituzione della zona rossa, i numeri dell’emergenza coronavirus nell’area di Pescara non accennano a migliorare. Solo nel capoluogo adriatico, dal giorno dell’entrata in vigore delle maggiori restrizioni sono stati accertati oltre 1.200 nuovi casi: l’1% della popolazione ha contratto il Covid-19 nelle ultime tre settimane. Tanti i giovani positivi, molti dei quali con sintomi importanti. “La zona rossa non ha dato i risultati aspettati perché c’è la variabile variante inglese”, afferma il virologo Paolo Fazii. “Il carico ospedaliero è invariato ed è ai livelli più alti finora”, gli fa eco l’infettivologo Giustino Parruti.

Oltre alla circolazione diffusa della variante inglese, a Pescara responsabile del 70% dei contagi, all’origine dell’aumento dei numeri c’è anche il mancato rispetto delle misure restrittive da parte di molti, sottolineano gli esperti i quali si dicono convinti che “al momento si registrano segnali di plateau, ma su valori altissimi”. Fortissima la pressione sull’ospedale di Pescara: dei circa 630 ospedalizzati in Abruzzo, oltre 300 sono nel capoluogo adriatico, 41 dei quali in rianimazione. Nell’ondata di novembre il dato sui ricoveri a Pescara era inferiore a 200; in quella della primavera 2020 era arrivato a circa 150 unità.

“Stiamo gestendo le cose con intelligenza – afferma il direttore delle Malattie infettive, Giustino Parruti – ma è una situazione di pieno carico. Una situazione purtroppo discrepante rispetto a quelle di Perugia e Bolzano che hanno vissuto un fenomeno analogo. Lì, però, le misure restrittive hanno portato a una riduzione dei numeri. La variante è anche più aggressiva: in rianimazione abbiamo un 30enne e alcuni quarantenni. Aumentano i giovani con sintomi importanti. Oggi abbiamo ricoverato un 22enne con lesioni polmonari di notevole estensione. Su cento positivi, venti hanno meno di 19 anni. L’aspetto positivo è che, nonostante siano stati in parte ridotti gli interventi differibili, l’ospedale va avanti”.

“La zona rossa – afferma il direttore del laboratorio della Asl di Pescara, Paolo Fazii – fa fatica con la variante inglese, ma è la strada maestra da seguire. L’importante è che sia rispettata, spesso ciò non avviene. Queste misure hanno senso se vengono rispettate, perché la variante è difficilissima da contenere”. Rispetto al fatto che Pescara – città a lungo ai primi posti in Italia per incidenza – ha vissuto in anticipo un fenomeno che a livello nazionale si sta diffondendo solo ora, il virologo sottolinea che “è fondamentale contenere in ogni modo la circolazione del virus”.

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