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Elezioni amministrative, a Teramo e Silvi è ballottaggio: Morra-D’Alberto e Comignani-Scordella

Elezioni amministrative, a Teramo e Silvi è ballottaggio: Morra-D’Alberto e Comignani-Scordella

TERAMO, 11 giugno – Dopo uno spoglio lentissimo, ci sono i dati ufficiali sui risultati delle elezioni amministrative nei due comuni medio-grandi, Teramo e Silvi, dai quali, in queste elezioni amministrative, ci si aspettava in qualche modo una risposta da leggere anche in chiave politica, in vista delle future elezioni regionali. E dall’esito del voto – a Teramo è ballottaggio tra Morra e D’Alberto e a Silvi tra Comignani e Scordella – vengono fuori alcuni spunti di riflessione.

Primo dato, l’astensionismo: dopo tre mesi di bulimia politica e anoressia di governo l’attrazione della domenica fuori porta è stata assoluramente vincente. E’ scesa l’affluenza ai seggi, non solo a Teramo e Silvi, ma in tutta Italia, ed è un segnale di stanchezza che, anche alla distanza, andrà valutato, perché sottolinea anche una sostanziale sfiducia.

Secondo dato, dopo il boom delle politiche i 5Stelle faticano, e tanto, sui territori: non entrano al ballottaggio né a Silvi né a Teramo, nonostante il passaggio di Di Maio a tirare la volata. Sono il primo partito, ma senza alleanze non basta, come per il governo. Possibile che siano tutti loro gli elettori che hanno optato per la gita? Che siano cioè stati puniti dall’astensionismo? Vada come vada il segnale è chiaro, quando si tratta di dare una prova di amministrazione diretta, in Abruzzo si battono ma al traguardo non arrivano.

Dato numero tre: il centrosinistra si affida al civismo e in qualche modo tiene. Tiene a Teramo, dove forse si poteva sperare qualcosa in più dopo l’amara vicenda politica che ha portato alle dimissioni di Maurizio Brucchi, tiene ancora di più a Silvi, dove il candidato di un centrodestra a trazione Lega ha però scoperto il nervo di compagni di viaggio poco radicati su quel pezzetto di costa.

Ultimo elemento: le persone contano. Contano in termini di credibilità: Morra e D’Alberto hanno messo sul piatto un percorso personale netto e concreto, che ha comunque ottenuto consenso. Così come è stato per Comignani che ha resistito con determinazione per qualche verso inattesa, visto il passato, al cosiddetto “vento del cambiamento” che a Silvi non è poi stato così trascinante.

Contano anche i pacchetti di voti “personali”: a Teramo il secondo partito, dopo i 5Stelle, è Paolo Gatti, o meglio la lista civica Futuro in, che appoggia Morra. Terzo Forza Italia, quarto il Pd.

Da sottolineare, infine, che a Teramo per il centrodestra ha vinto la coalizione e non il candidato: Morra, infatti, ha ottenuto meno consensi del totale dei voti attribuiti alle liste. Discorso inverso per D’Alberto, che ha ottenuto più preferenze personali, circa cento, rispetto ai voti ottenuti dalle liste.


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