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Gli ambientalisti bocciano la legge della Regione sui Parchi: “Proposta partorita nel chiuso di una stanza”

Gli ambientalisti bocciano la legge della Regione sui Parchi: “Proposta partorita nel chiuso di una stanza”

PESCARA, 28 novembre – Secca bocciatura, da parte delle associazioni ambientaliste, della proposta di Legge quadro sulle aree protette della Regione Abruzzo, che modifica la Legge 38/1996. Nel mirino l’operato di Donato Di Matteo, assessore ai Parchi e alle Riserve della giunta D’Alfonso.

I primi a lanciare l’affondo sono Antonio Nicoletti e Giuseppe Di Marco, rispettivamente responsabile Aree protette e presidente regionale di Legambiente Abruzzo, che stroncano la proposta della Regione Abruzzo sulla modifica della legge sui parchi, illustrano 27 osservazioni al testo e chiedono di aprire un confronto pubblico per rilanciare le aree protette in Abruzzo:

“Sebbene sia necessario aggiornare la normativa vigente dopo venti anni dalla sua emanazione, dal testo proposto dall’assessore regionale Di Matteo non troviamo nessun elemento che giustifichi l’approvazione di questa nuova normativa – scrivono in una nota – La proposta di Legge in esame, frutto di una elaborazione nel chiuso di qualche stanza, è ad oggi un testo inadeguato per affrontare le sfide che pongono le strategie globali per frenare la perdita di biodiversità e valorizzare al meglio le aree protette che sono lo strumento più adeguato per il raggiungimento di questi obiettivi. E’ una proposta inadeguata anche perché non si valorizza l’esperienza che le aree protette della Regione hanno fin qui maturato, si mette al centro un aggiustamento della governance dell’unico parco regionale esistente, ma non si affrontano adeguatamente le criticità e la crisi storica, non si razionalizza né si rafforza la straordinaria esperienza maturata in questi anni da tutto il sistema delle Riserve regionali, si trasferiscono in maniera confusa le competenze di rete Natura 2000 ai comuni, senza verificare l’adeguatezza di questa operazione, non si accenna agli obiettivi da raggiungere per frenare la perdita di biodiversità. In una Regione che tutela specie e habitat tra i più importanti d’Europa, non si mettono a valore i successi ottenuti dai Parchi nazionali e non si mette al centro la programmazione unitaria delle risorse economiche dei progetti di conservazione di tutte le aree protette d’Abruzzo”.

I due esponenti di Legambiente si rivolgono direttamente all’assessore Di Matteo:

“A lui chiediamo di non andare oltre con questa proposta di Legge che, a nostro avviso, l’Abruzzo dei Parchi non merita. Se vuole costruire un percorso valido, lo faccia con il coinvolgimento chiaro e trasparente di tutti coloro che lui ha deciso di coinvolgere nel rilancio del sistema regionale delle aree protette e non si affidi ad improbabili improvvisati strateghi o a possibili portatori di interessi propri che, nell’ansia di concretizzare i loro obiettivi, mettono in discussione l’intero sistema”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’associazione Mountain Wilderness Abruzzo, che usa toni perfino più severi e pone l’accento sulla necessità di salvare il Parco Regionale Sirente-Velino:

“Nella riunione del 24 novembre della seconda commissione regionale, fra le pressioni per passare rapidamente ad altri punti all’ordine del giorno e l’assurdo trionfalismo dell’assessore ai Parchi e alla Montagna, Di Matteo, il Parco regionale del Sirente Velino è stato oltraggiato da una politica regionale che lo tollera a malapena e lo asservisce a proprie modeste esigenze: questa politica ha deciso che il parco, cui l’irresponsabile commissariamento di due anni ha ridotto al lumicino i consensi della gente, va ridimensionato attraverso una perimetrazione basata su esigenze municipalistiche e contro ogni anche minimo fondamento scientifico di tutela dei valori ambientali. In questo atto di offesa al territorio di questa area protetta, hanno avuto un ruolo determinante il disinteresse della “Regione dei parchi” e l’assessore Di Matteo, che ha riesumato il vecchio consenso strappato ai sindaci a febbraio sulla “sua” legge di “riforma” del Parco, volgarmente barattato con il concedere loro “carta bianca” su qualsiasi riperimetrazione avessero voluto”.

 

 

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