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Hotel Rigopiano, le parti civili chiedono di pignorare lo stipendio dell’ex prefetto Provolo

Hotel Rigopiano, le parti civili chiedono di pignorare lo stipendio dell’ex prefetto Provolo

PESCARA, 16 ottobre – Chiesto il pignoramento di un quinto dello stipendio dell’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, questa mattina nel tribunale della città abruzzese, durante l’udienza preliminare sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola in cui l’ex prefetto è imputato.

Si tratta di una richiesta integrativa di sequestro conservativo dei beni, che va ad aggiungersi a quella precedentemente accolta dal gup Gianluca Sarandrea in riferimento agli immobili di diversi imputati. L’avvocato Romolo Reboa, che assiste alcuni familiari delle vittime, oltre allo stipendio di Provolo ha chiesto di pignorare gli stipendi dei dirigenti regionali Carlo Visca e Sabatino Belmaggio, “per un importo non inferiore a 300mila euro ciascuno”.

L’udienza è stata interrotta e aggiornata al prossimo 30 ottobre, dopo le prime schermaglie processuali, a causa di un guasto all’impianto audiovisivo. Il procedimento, per ragioni di sicurezza legate alle norme anti-Covid, si sarebbe infatti dovuto tenere in collegamento audiovisivo in cinque aule simultaneamente, ma a causa di problemi tecnici il collegamento è saltato. L’interruzione è avvenuta poco dopo l’inizio della discussione sulle risultanze delle indagini difensive depositate nella scorsa udienza dai legali del sindaco di Farindola, con il pm Andrea Papalia che ha preso la parola per dichiarare di non avere obiezioni rispetto al deposito della documentazione e per chiedere di acquisire anche le richieste e i decreti di archiviazione inerenti alcune inchieste collaterali su carabinieri e forestali che presero parte alle indagini. Circostanze che sono state affrontate anche nelle indagini difensive condotte dagli avvocati di Lacchetta.

Sempre la difesa del sindaco, prime che fosse disposto il rinvio dell’udienza, ha chiesto di ascoltare, in sede di incidente probatorio, il tenente colonnello dei carabinieri forestali Annamaria Angelozzi, la quale prese parte alle indagini su Rigopiano e venne indagata sulla base di un esposto poi archiviato. In realtà era già previsto che Angelozzi venisse ascoltata davanti al pm, il prossimo 5 novembre, nell’ambito delle indagini difensive dei legali di Lacchetta, che non hanno rinunciato ad avvalersi di tale possibilità. Il pm Papalia ha obiettato che in assenza di tale rinuncia la richiesta è da ritenersi inammissibile. Spetterà al giudice decidere nel corso della prossima udienza.

 

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