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In Abruzzo arrivano pochi immigrati e la popolazione residente diminuisce

In Abruzzo arrivano pochi immigrati e la popolazione residente diminuisce

PESCARA, 3 gennaio – Al di là dei soliti allarmismi e dei luoghi comuni, i numeri dicono che in Abruzzo non esiste alcuna emergenza immigrati e che anzi la presenza di persone provenienti da altri Paesi è inferiore rispetto alla media nazionale. Uno studio condotto da Aldo Ronci, infatti, evidenzia come nella regione gli stranieri residenti siano passati da 86.245 nel 2014 a 86.363 nel 2015, con un incremento di appena 118 unità. In valori percentuali gli immigrati sono dunque cresciuti soltanto dello 0,14% in Abruzzo, ovvero circa la metà rispetto alla media nazionale, che presenta un incremento dello 0,23%.  L’afflusso di stranieri segna quindi una battuta d’arresto, contribuendo ad una flessione del numero complessivo dei residenti, che in Abruzzo è diminuito di 5.061 unità.

Nella regione, inoltre, il rapporto tra stranieri e popolazione è del 6,51%, di gran lunga più basso dell’8,29% registrato a livello nazionale: il rapporto più alto, in Abruzzo, si registra a L’Aquila (7,97%), il più basso a Chieti (5,26%). La provincia che ospita il maggior numero di stranieri si conferma L’Aquila con 24.183 unità, seguita da Teramo con 23.957 unità, Chieti con 20.584 unità e Pescara con 17.639 unità. La comunità di stranieri più numerosa è quella rumena, che rappresenta il 31% del totale, con 27.003 unità. Seguono gli albanesi con 12.752 unità (15%), i marocchini con 7.314 unità (8%), i macedoni con 4.874 unità (6%) e i cinesi con 4.263 unità (5%).

Tra i gruppi nazionali più numerosi, l’unico ed essere presente in tutte e quattro le province è quello rumeno, che varia dagli 8.233 di Chieti ai 4.949 di Pescara. Altre specificità riguardano la provincia di Teramo, dove sono residenti 5.007 albanesi e 2.562 cinesi, occupati per la gran parte nell’industria manifatturiera. Nel comprensorio aquilano si segnalano 3.964 marocchini e 2.718 macedoni, concentrati soprattutto nella Marsica, dove lavorano nel comparto dell’agricoltura. Nel Pescarese spiccano 1.510 ucraini e 1.160 senegalesi, mentre a Chieti si segnalano 709 polacchi.

“Negli anni 2000 la crescita della popolazione in Abruzzo è stata sostenuta dal movimento migratorio estero che è stato positivo ed è riuscito a compensare  ampiamente sia il saldo negativo naturale, ovvero la differenza tra nascite e morti, che il saldo migratorio interno – nota Ronci -. Nel 2015 il movimento migratorio estero è stato più basso ed ha determinato per l’Abruzzo una perdita di  5.061 abitanti, con un incremento di appena 118 unità. Una battuta d’arresto nella crescita del numero di stranieri residenti, che non si è tramutata in una perdita solo grazie all’incremento  degli stranieri registrato a Vasto, in provincia di Chieti,  che è stato di ben 329 unità e che corrisponde ad uno stratosferico aumento percentuale del 15,13%. La consistente presenza di stranieri, che a fine 2015 ammonta a 86.363 unità e che è pari al 6,51% della popolazione, impone alle Istituzioni e agli Enti locali di dover gestire un nuovo spazio popolato da persone diverse per cultura, storia ed etnia, e porsi come obiettivi quello di migliorare le relazioni e la comunicazione tra le istituzioni e i cittadini stranieri e quello di facilitare il rapporto tra autoctoni e immigrati, incentivando iniziative per rafforzare l’impegno interculturale e interventi di sostegno all’integrazione socio-lavorativa degli immigrati”.

 

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