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Inquinamento fiume Pescara, i nomi dei 14 indagati. Il procuratore: “Nessuna emergenza”

Inquinamento fiume Pescara, i nomi dei 14 indagati. Il procuratore: “Nessuna emergenza”

PESCARA, 26 luglio – Sono quattordici gli indagati, nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Pescara sulla qualità delle acque del fiume e degli affluenti nel tratto finale,  per reati che vanno dall’inquinamento ambientale alla gestione illecita e deposito incontrollato di rifiuti, dall’inadempimento e frode in pubbliche forniture alle lesioni come conseguenza di altro delitto, dai plurimi sversamenti fino alla responsabilità amministrativa di persone giuridiche a seguito di reato.

GLI INDAGATI

Nel registro degli indagati figurano Pierluigi Caputi e Luciano Di Biase, entrambi in qualità di Commissario Unico Straordinario degli Enti d’Ambito della Regione Abruzzo, il primo in carica fino al 13 aprile 2016 e il secondo a partire dalla stessa data; Ezio Di Cristoforo e Vincenzo Di Baldassarre, entrambi in qualità di amministratori e  legali responsabili dell’ente gestore Aca Spa, il primo dal dicembre 2008 al novembre 2013 e il secondo dal novembre 2013 al settembre 2016; Bartolomeo Di Giovanni e Lorenzo Livello, il primo in qualità di direttore generale e responsabile dei settori Progettazione e Depurazione dell’Aca Spa e il secondo in qualità di direttore tecnico dell’ente; Giovanni Di Vincenzo, quale legale rappresentante dell’Ati Di Vincenzo-Biofert Srl; Mario Adorante, in qualità di Responsabile tecnico della società Di Vincenzo Dino & C. Spa; Alessandro Antonacci, in qualità di Dirigente tecnico dell’Ato numero 4 Pescarese e di Responsabile Unico del Procedimento; Giuliano D’Alessio, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione e legale responsabile della società “Macellatori Teatini Società Cooperativa”, che ha gestito il mattatoio pubblico di Pescara fino al marzo 2016; Mario D’Alessio, direttore del mattatoio pubblico di Pescara, gestito dalla società “L’arte della macellazione D’Alessio & C. Srl” a partire dal marzo 2016, e Francesca Gagliardi, amministratore unico della stessa società. Indagate anche la società Aca e la società “L’arte della macellazione D’Alessio & C. Srl”.

SEQUESTRATI 26 IMPIANTI E IL MATTATOIO

L’indagine, coordinata dal procuratore capo Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, è giunta a conclusione, e questa mattina, in esecuzione del provvedimento emesso dal Gip Gianluca Sarandrea, sono iniziate le attività, ancora in corso di svolgimento, per procedere al sequestro di 26 impianti scolmatori di piena dell’impianto fognario di Pescara e dell’impianto di depurazione e scarico del mattatoio della città adriatica.

Le operazioni, condotte da Guardia Costiera, Nucleo Investigativo dei Carabinieri forestali e Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza, si aggiungono ai sequestri di 4 depuratori e 8 fosse imhoff già compiuti nel passato. L’inchiesta – come è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa convocata dal procuratore capo Serpi – è durata due anni e riunisce diverse indagini avviate negli anni scorsi sulla qualità delle acque nella città di Pescara.

LE DICHIARAZIONI DEL PROCURATORE SERPI

Nella conferenza stampa, che si è tenuta al quinto piano del palazzo di giustizia di Pescara, alla presenza del direttore marittimo Donato De Carolis, del comandante provinciale dei Carabinieri forestali, Giancarlo D’Amato, e del comandante del reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza, Luca Tossini, Serpi ha tenuto a rimarcare:

“Approfondimenti sono stati condotti in specifiche aree dove le analisi dei reflui avevano evidenziato parametri con valori nettamente al di sopra delle previsioni legislative. Voglio sottolineare il termine al passato, perchè si tratta di superamenti avvenuti nel passato, che hanno portato ad un sequestro preventivo che è funzionale al futuro. I provvedimenti di oggi assolutamente non confliggono con i progetti avviati. Il sequestro degli impianti può assolutamente convivere con gli interventi programmati, che come cittadini auspichiamo risolutivi, ma che non competono all’autorità giudiziaria. Il funzionamento degli impianti sequestrati non verrà interrotto, ma proseguirà in regime di custodia giudiziale, affidata al funzionario del Comune di Pescara, con precise prescrizioni, volte al costante e tempestivo monitoraggio dei flussi di portata”.

Un concetto, quello dei superamenti avvenuti nel passato e della continuità delle funzioni, sottolineato a più riprese dal procuratore capo, che ha spiegato di volere evitare qualsiasi forma di allarmismo:

“E’ ovviamente compito dell’autorità amministrativa ogni intervento strutturale volto alla risoluzione dei deficit del sistema fognante e delle strutture connesse, ed in tale ottica è stata attribuita alla stessa la facoltà di intervento in costanza di sequestro. Nulla esclude che in costanza di sequestro vi siano i necessari adeguamenti, così come già avvenuto nei 12 sequestri precedenti, per alcuni dei quali si è già provveduto alla messa a norma e alla restituzione ai gestori. L’intervento della magistratura non discende da una situazione emergenziale verificatasi ora, ma dalla conclusione di indagini durate più di due anni e dall’analisi degli elementi riscontrati nel corso delle stesse, che hanno imposto un intervento in un’ottica doverosa di prevenzione, adottando prescrizioni finalizzate al costante monitoraggio dei fattori accertati di rischio ambientale, non essendo possibile, per evidenti ragioni, disporre per atto giudiziario la fisica cessazione dei flussi delle acque reflue”.

Serpi ha poi fornito ulteriori particolari:

“Si sono rese necessarie anche due consulenze tecniche per approfondire aspetti di carattere ingegneristico, idraulico, oltre che chimico-biologico. L’attività degli inquirenti, iniziata a tutto campo, si è particolarmente focalizzata sugli impianti comunali di depurazione e sulle relative linee di adduzione. Approfondimenti sono anche stati condotti in specifiche aree dove le analisi dei reflui avevano evidenziato parametri con valori nettamente al di sopra delle previsioni legislative. Il sequestro dell’impianto di depurazione e del relativo scarico del mattatoio comunale è stato disposto in quanto sono state riscontrate irregolarità nel suo funzionamento tali da giustificare la misura cautelare. Anche in questo caso verrà garantita, nel limite del possibile e compatibilmente con le esigenze di prevenzione ambientale, la continuità operativa”.

LE DICHIARAZIONI DELLE FORZE DELL’ORDINE

Anche il direttore marittimo di Pescara, Donato De Carolis, ha tenuto a smorzare i toni:

“Niente toni allarmistici, visto che peraltro siamo anche al culmine della stagione balneare. Bisogna prenderla dal lato positivo e considerare che con queste prescrizioni avremo un sistema protettivo più efficace. Non siamo in una situazione emergenziale, l’acqua di oggi sarà uguale a quella di domani e dopo domani, ma sicuramente con questi apprestamenti avremo modo di conoscere anzitempo cosa la rete fognaria riversa in mare e quindi non dovremo aspettare  il classico monitoraggio che viene fatto per le acque di balneazione, ma sarà possibile prevenire i tempi”.

Il comandante provinciale dei carabinieri forestali, Giancarlo D’Amato, ha aggiunto:

“Le indagini sul fiume Pescara sono state tante in questi ultimi anni e in questo frangente sono state riunite alcune di queste indagini, che hanno dato luogo al sequestro degli scolmatori e dell’impianto di depurazione e scarico del mattatoio comunale. Questo è un primo inizio di definizione del problema, perché si dà modo alle strutture amministrative di risolvere questo problema, mettendo in atto tutte quelle particolarità tecniche, cioè il monitoraggio degli sversamenti, che è una cosa fondamentale per capire poi come rimediare”.

Infine il comandante del reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza, Luca Tossini:

“E’ sicuramente un’attività posta anche e soprattutto a tutela dell’ambiente e della collettività, ed è quindi è un segnale importante”.

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