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“La Repubblica, il fascismo: quanta continuità?”, a Pescara convegno nazionale di studi

“La Repubblica, il fascismo: quanta continuità?”, a Pescara convegno nazionale di studi

PESCARA, 14 dicembre – “La Repubblica, il fascismo: quanta continuità? Numeri, questioni, biografie della transizione italiana dopo il 1945” è il titolo del convegno nazionale di studi che si tiene a Pescara venerdì 16 e sabato 17 dicembre. L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Brigata Maiella, con il patrocinio della Società italiana per lo studio della storia contemporanea (Sissco) e dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea (Iasric).

I lavori, nella sala conferenze della Fondazione PescarAbruzzo, in corso Umberto, 83, a Pescara, prenderanno il via venerdì alle 16 ed andranno avanti fino alle 20. Interverranno Nicola Mattoscio (Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara – presidente Fondazione Brigata Maiella e Fondazione Pescarabruzzo), Stefano Trinchese (direttore Dipartimento di Lettere Arti e Scienze Sociali, Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara), Carlo Fonzi (presidente IASRIC – Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea, L’Aquila), Fulvio Cammarano (Università di Bologna – presidente SISSCo), Enzo Fimiani (bibliotecario Università G. D’Annunzio Chieti-Pescara – direttore scientifico IASRIC), Marco De Nicolò (Università di Cassino – SISSCo), Guido Neppi Modona (Università di Torino), Paola Carucci (già Università di Roma La Sapienza – Sovrintendente Archivio storico Presidenza della Repubblica), Leonardo Goni (Università di Bologna).

Sabato il convegno riprenderà alle 9, fino alle 13. Tra i relatori ci sono Piero Di Girolamo (Università di Teramo), Manuela Cacioli (Archivio storico Presidenza della Repubblica), Alessio Gagliardi (Università di Bologna), Alessandra De Nicola (Fondazione Brigata Maiella), Nicola Mattoscio (presidente Fondazione Brigata Maiella e Fondazione Pescarabruzzo). Conclusioni di Fulvio Cammarano (Università di Bologna – presidente SISSCo).

Del comitato scientifico fanno parte Fulvio Cammarano, Marco De Nicolò, Enzo Fimiani. Segreteria organizzativa a cura di Alessandra De Nicola.

La storia dell’Italia contemporanea conosce un cruciale punto di svolta proprio alle origini della Repubblica attuale. Dal 1943 al 1948 si determina un intreccio controverso tra più dimensioni: l’impatto devastante e diretto della seconda guerra mondiale sul suolo della penisola, con la crisi e il colpo di coda dell’ultraventennale regime fascista, lo sfilacciamento delle griglie statuali, l’innescarsi di fenomeni resistenziali e di una guerra civile tra italiani; poi l’avvio del primo esperimento democratico nella vicenda unitaria nazionale, con la scelta repubblicana e la cornice costituzionale; infine la faticosa costruzione e la vita concreta dei meccanismi di uno Stato ‘nuovo’. L’Italia dunque, come e più di altre realtà europee degli ultimi due secoli, attraversa allora una delicata fase di passaggio. Da qui discende la prima categoria, più generale, entro la quale il convegno intende muoversi: la transizione da assetti politico-istituzionali di tipo dittatoriale a forme statuali democratiche. Ve ne sono però altre due di ordine più specifico e stringente. L’una ci rimanda a ormai antiche suggestioni interpretative, in parte pioneristiche, riguardo al tema della cosiddetta continuità dello Stato, che per qualche tempo, alcuni decenni fa, è apparso all’ordine del giorno della storiografia italiana (per impulso di Claudio Pavone, alla cui memoria il convegno è dedicato, ma anche di G. Quazza, F. De Felice, N. Gallerano e pochi altri), senza però trovare, a sua volta, la ‘continuità’ e gli inquadramenti metodologici indispensabili a approfondire davvero alcuni dei nodi più rilevanti in mezzo ai quali è nata e si è articolata la vicenda storica della Repubblica italiana. Negli ultimi due o tre lustri nuove generazioni di studiosi – specie di storia delle istituzioni e sotto la spinta, tra gli altri, di Guido Melis – hanno cercato di muoversi lungo quella strada appena tracciata, aprendo una rinnovata stagione di ricerche sul campo, basata sull’uso diretto di fonti, metodi e incroci in parte inediti, sulla quale il convegno intende fare il punto. Proprio questi studi ci agganciano alla terza categoria che qui si vuole proporre, vale a dire un approccio non solo critico ma anche e soprattutto quantitativo al problema storico della transizione/continuità italiana dal fascismo alla Repubblica. Verranno presentati e dibattuti, infatti, in un confronto tra più giovani studiosi e storici di spessore non solo nazionale, risultati, numeri, percorsi biografici derivanti da ricerche sul campo, volti a determinare, con la minor approssimazione oggi possibile, il tasso di continuità – fisiologico o ‘patologico’ – nel passaggio dagli assetti del regime fascista a quelli repubblicani di uomini, responsabili e personale operanti dentro i principali apparati dello Stato ma anche in soggetti di rilevanza pubblica, senza trascurare quei percorsi ‘tecnici’ che, funzionali al fascismo, trovarono continuità nella Repubblica. Il tutto, al fine di rilanciare future conoscenze, nonché un auspicabile dibattito pubblico sul piano civile. La domanda storiografica fondamentale proposta dal convegno – qual è stata in concreto la quota di ‘presenza’ di uomini, idee, strutture, organizzazioni del fascismo negli apparati dello Stato e dintorni durante la decisiva, prima fase della Repubblica? – è nata infatti dalla constatazione che non si sia lavorato abbastanza su una questione che assume viceversa una valenza fondamentale, in relazione non solo all’intera vicenda repubblicana ma anche a molti degli attuali limiti e nodi della democrazia italiana.

 

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