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La storia di Sabinus, il rifugiato che pulisce le strade di Pescara per “integrarsi ontestamente”

La storia di Sabinus, il rifugiato che pulisce le strade di Pescara per “integrarsi ontestamente”

PESCARA, 31 agosto 2017 – Armato di scopa, pulisce i marciapiedi del centro di Pescara. Non chiede l’elemosina, ma – come spiega il cartello che espone – “un contributo per il suo lavoro”. Gli esperimenti mirati all’integrazione passano anche per storie individuali come quella di Sabinus Keke, 31 anni, rifugiato nigeriano giunto in Italia dalla Libia. Nel capoluogo adriatico, da due settimane, pulisce le strade insieme ad un altro rifugiato.

Sabinus non parla ancora bene l’italiano, ma si esprime fluentemente in inglese:

“E’ un modo per provare ad integrarmi onestamente in questa città. Sto in strada tutto il giorno, passo la scopa e tolgo lo sporco dove serve. Faccio un marciapiedi dopo l’altro, con calma. Finora nessuno mi ha detto niente e non penso di dare fastidio: non chiedo elemosina, ma un piccolo contributo per il mio lavoro”.

E il giovane nigeriano, il suo lavoro, lo svolge con metodo e organizzazione. Ha delimitato la sua area di lavoro con due postazioni, che si trovano ad un centinaio di metri di distanza l’una dall’altra, una sul lato nord e l’altra sul lato sud: le due postazioni sono costituite da due cartelli, realizzati con dei pezzi di cartone, sui quali Sabinus ha incollato dei fogli per spiegare in italiano il suo operato. I passanti possono lasciare un’offerta nei bicchieri di plastica che si trovano vicino ai cartelli.

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