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L’arrivo di Renzi: “Sono felice di essere a Pescara e in Abruzzo” /FOTOGALLERY

L’arrivo di Renzi: “Sono felice di essere a Pescara e in Abruzzo” /FOTOGALLERY

PESCARA, 10 novembre – “Sono felicissimo di essere a Pescara e in Abruzzo”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è appena arrivato a Pescara, dove è stato accolto dal Presidente della Regione Luciano D’Alfonso, dal presidente di Confindustria Agostino Ballone e dai rappresentanti delle istituzioni locali, tra cui il sindaco di Pescara Marco Alessandrini e la senatrice Federica Chiavaroli. 

Duecento gli invitati per il primo appuntamento abruzzese di oggi del presidente del Consiglio, tutti rappresentanti del mondo politico e dell’imprenditoria. D’Alfonso con sé aveva un’agendina su cui ha detto di aver annotato tutte le cose da chiedere a Renzi.

Nelle intenzioni la lista deve essere ben lunga.

“Sono anche contento – ha detto poi Renzi –  di aver ritrovato don Emilio” un parroco pescarese che aveva conosciuto ai tempi degli scout.  Quindi ha svicolato con una vaga battuta sull’elezione di Trump.

Poi tutti infilati nel ristorante “Franco” al porto turistico per un pranzo definito “leggero”: cinque antipasti, risotto ai frutti di mare e pescatrice.

Pranzo veloce e trasferimento a Spoltore per l’inaugurazione della scuola media “Dante Alighieri”. Per il taglio del nastro Renzi, accompagnato dal primo cittadino Di Lorito, ha voluto accanto a sé il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente per il taglio del nastro.

Il presidente del Consiglio si è rivolto ai ragazzi, per ringraziarli di quel disegno con due mani che formano un cuore tricolore.

“Siamo noi che dobbiamo ringraziare voi – ha detto Renzi ai ragazzi – noi stiamo solo facendo il nostro dovere. Tenete bene questa scuola che è un luogo importante, sicuro e bello. Le scuole sono importanti, noi all’Europa mandiamo venti miliardi, ne recuperiamo a malapena dodici e in più abbiamo bisogno di aiuto, soprattutto per l’immigrazione, perché queste persone che vengono dal mare devono essere salvate. Solidarietà però è solidarietà sempre, ed è per questo che chiedo che i soldi per l’edilizia scolastica escano dal patto di stabilità europeo”.

Parlando di sicurezza il discorso non poteva non andare in direzione L’Aquila:

“Non dico che recupereremo il tempo perso – ha detto il premier rivolgendosi a Cialente – ma cercheremo di accorciarlo. Anche all’Aquila daremo tetti e luoghi dove imparare le bellezze della scuola”.

E sulla sicurezza hanno puntato sia il sindaco Di Lorito che il presidente della Regione D’Alfonso, che ha espressamente chiesto a Renzi di utilizzare sempre più fondi per garantire i luoghi strategici come sono le scuole.

Dopo la visita a Spoltore il premier si è spostato a Pescara, all’ex Aurum dove dopo il taglio del nastro e la  visita del Villaggio della comunicazione ha  incontrato i sindaci e sottoscritto insieme a loro e al presidente della Regione Luciano D’Alfonso il Masterplan per l’Abruzzo.

“Il Masterplan per l’Abruzzo – ha detto il premier – non è un elemento staccato dal resto,  non è un accordo politico per la stima che ho nei confronti di D’Alfonso. E’ un ragionamento che porta a dire che ognuno di noi deve fare un tratto di strada, se vogliamo riportare l’italia al proprio posto”.

Quell’Italia che per Renzi può tornare a svolgere un ruolo di primo piano nello scacchiere internazionale:

“L’Italia può tornare ad essere un protagonista anche a livello internazionale se smettiamo di litigare e poniamo fine  alle divisioni interne, guardando avanti con speranza – ha aggiunto – Stop alla cultura della rassegnazione, siamo come l’adolescente che non si piace”.

Nel suo intervento Renzi ha parlato anche di Europa, citando anche Flaiano, che “starebbe bene su twitter” e ricordando la sua celebre frase “siamo in una fase di transizione, come sempre del resto”. 

“L’Europa non può essere un’accozzaglia di egoismi ma un contesto di paesi uniti e solidali che devono fare un collante di anime” ha detto Renzi, che ripartendo proprio da Flaiano ha aggiunto come “siamo in una fase di transizione, alcuni elementi sono inediti, da qualche ora Trump è presidente degli Stati Uniti e non tutti ci avrebbero scommesso. L’Europa presenta una curiosa contraddizione,e parlo di curiosa per non dire una parolaccia, che tanti paesi che sono stati salvati negli anni ’90 ed aiutati in modo crescente negli ultimi 20 anni  oggi immaginano di innalzare nuovi muri mettendo al centro uno sguardo egoista invece di costruzione di una comunità solidale”.

Tra i temi toccati dal premier anche quello di Ryanair:

“Abbiamo risolto il problema Ryanair perché se non consentiamo alla rete degli aeroporti minori di sopravvivere stiamo condannando il territorio al declino”.

Qualche parola, infine, anche sul terremoto:

 “Ricostruiremo tutto, perché quei luoghi non sono solo una pietra ma ogni pietra rappresenta persone e un pezzo dell’identità del paese”.

Poi via verso gli altri appuntamenti: quelli che si sono incrociati con le contromanifestazioni.

 

 

 

 

 

 

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