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Montorio, scambia figlio e nipote per ladri e spara. A processo racconta: “Colpo partito accidentalmente”

Montorio, scambia figlio e nipote per ladri e spara. A processo racconta: “Colpo partito accidentalmente”

TERAMO, 30 gennaio – E’ finito a processo con l’accusa di aver sparato a figlio e nipote, scambiati per ladri. Ma oggi, ascoltato in aula, l’uomo, un 72enne pensionato di Montorio, ha offerto una versione diversa della vicenda, sostenendo che quella sera stava provando il fucile a pallini da poco comprato, che non funzionava bene, con il colpo partito accidentalmente.

“Stavo provando il fucile, che non andava bene perché si inceppava – ha sostenuto l’uomo – Ero in casa con la finestra aperta, ho sentito il cane abbaiare e sono sceso e mi sono portato il fucile perché c’era dentro la cartuccia e non volevo lasciarlo incustodito. Il cane mi è venuto incontro, sono caduto ed è partito un colpo”.

Rispondendo alle domane del pm di udienza il pensionato ha raccontato che non si era reso conto che fuori ci fosse qualcuno e di essersene accorto solo dopo aver sentito dei lamenti.

“Quando me ne sono accorto gli ho dato soccorso – ha continuato – ho chiamato l’ambulanza. Poi mi sono sentito male”.

Una versione diversa da quanto emerso nelle indagini e che non sembra aver convinto il giudice Flavio Conciatori che ha chiesto all’imputato se invece non avesse sentito dei rumori e fosse uscito per controllare se ci fosse qualcuno.

Prima dell’esame dell’imputato in aula erano saliti sul banco dei testimoni il nipote dell’uomo, che aveva raccontato di aver sentito un rumore e poi un dolore alla gamba e di come il nonno, dopo essersi reso conto dell’accaduto, si fosse preoccupato di soccorrerli e il comandante della locale stazione dei Carabinieri che ha raccontato delle indagini svolte.

Dopo l’audizione dei testi il processo è stato rinviato al prossimo 3 luglio per ascoltare altri testimoni.

I fatti contestati all’uomo, che deve rispondere del reato di lesioni,  risalgono al 2015. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini la sera incriminati il figlio ed un nipote di 13 anni erano usciti di casa, a Santa Lucia, dopo aver sentito alcuni rumori provenire dal pollaio. I due, secondo quanto ricostruito all’epoca, pensavano ci potessero essere delle volpi ma arrivati vicino alla rimessa degli attrezzi erano stati colpiti da numerosi pallini.

Pallini sparati dal fucile dell’imputato, che secondo l’accusa avrebbe agito così convinto che ci fossero dei ladri, e che avevano raggiunto il nipote, allora 13enne, alla coscia, e i figlio alla schiena.

Immediatamente soccorsi i due erano stati portati in ospedale, dove finì anche l’anziano che dopo essersi reso conto dell’accaduto avvertì un malore.

Oggi, in aula, la versione dell’anziano, differente dalla ricostruzione emersa fino ad oggi.

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