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Olicar, dopo l’incontro dal Prefetto i sindacati confermano lo stato di agitazione

Olicar, dopo l’incontro dal Prefetto i sindacati confermano lo stato di agitazione

AVEZZANO, 10 ottobre – Nemmeno una trattativa fiume nella Prefettura dell’Aquila è riuscita a riportare il sereno nella vicenda dei lavoratori Olicar, oltre cento dipendenti della società che gestisce manutenzioni e servizi tecnici negli ospedali della Asl Avezzano, Sulmona, L’Aquila e che rischiano di prendere tutti gli stipendi fino a dicembre prossimo in grave ritardo e la tredicesima addirittura dopo la metà di gennaio 2018.

Le associazioni sindacali di categoria, dopo aver inutilmente provato a dialogare con la società Olicar Gestione, subentrata a marzo 2017 alla Olicar Spa che ora ha chiesto un concordato al Tribunale di Asti, hanno proclamato lo stato di agitazione e chiesto al Prefetto un intervento per cercare di dirimere la situazione.

Il Prefetto dell’Aquila, quindi, ha subito convocato le parti e per tutta la giornata di ieri ha cercato di mediare fra i sindacati, la società e la Asl che è l’azienda committente della Olicar Gestione.

L’azienda ha confermato gli impegni a pagare gli stipendi entro il  15 di ogni mese e ad adoperarsi per la tredicesima entro metà gennaio 2018 e altresì affermato l’intenzione di volersi attivare, unitamente alla Asl, per la tutela della sicurezza sul lavoro.

La Asl, rappresentata dal Dg Tordera, da parte sua ha sostenuto di volersi impegnare a tutela dei lavratori, pubblicando un nuovo bando per l’appalto dei servizi visto che l’appalto scadrà nel gennaio 2018 e non sarà prorogato.

I sindacati, invece, nonostante una pausa di qualche minuto proprio per discutere la vicenda, hanno rifiutato questo tipo di impostazione e confermato lo stato di agitazione assicurando il pieno rispetto della normativa sulle astensioni dal lavoro nelle strutture sanitarie e di pubblica utilità.

Insomma, la quadratura è davvero difficile per quest gruppo di lavoratori per i quali il sereno sembra molto lontano da venire. E con loro per i tanti pazienti che dal loro lavoro dipendono.

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