MONTEODORISIO, 6 febbraio – E’ morto per soffocamento, in seguito ad una violenta compressione del torace, Antonio Lizzi, 69 anni, trovato cadavere all’interno della propria abitazione, in contrada Marracola a Monteodorisio, con i polsi e le caviglie legate. “Dall’esame – ha detto all’Ansa l’anatomopatologo Pietro Falco, al termine dell’autopsia durata poco più di due ore, svoltasi questa mattina nell’Istituto,di Medicina Legale dell’ospedale di Chieti – si è evidenziata una condizione di asfissia meccanica violenta secondaria ad una compressione toracica violenta”.

Falco ha aggiunto:

“Ora ci riserviamo l’esame dei liquidi per eventuali esami tossicologici, ma la prima ipotesi, quella della compressione toracica, è stata confermata sul tavolo settorio”.

Per il momento non è possibile determinare con certezza il giorno in cui Lizzi è stato ucciso:

“Non possiamo ancora dire a quando risale la morte, rispetto al ritrovamento del corpo, perché dobbiamo integrare i dati emersi nel corso del sopralluogo con quelli che abbiamo avuto dall’esame necroscopico esterno ed interno, e quindi al momento sarebbe prematuro dare una risposta”.

Sull’eventuale presenza di tracce e Dna, non appartenenti al pensionato ucciso, Falco ha spiegato:

“I prelievi sono stati ovviamente fatti e ora bisogna vedere a chi appartengono. Potrebbe darsi che non ci sia nulla o che verrà fuori un Dna che non appartiene alla vittima, ma questo non lo possiamo dire in questo momento. Posso dire che sul corpo non sono stati rilevati segni di colluttazione, se escludiamo il fatto che la vittima aveva queste plurifratture sul torace, che lasciano presumere che l’aggressore gli ha compresso il torace al punto da fratturargli numerose costole e determinando una asfissia meccanica violenta”.