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Pescara, tangenti Aca: chieste condanne per ex presidente Di Cristoforo e direttore tecnico Livello

Pescara, tangenti Aca: chieste condanne per ex presidente Di Cristoforo e direttore tecnico Livello

PESCARA, 21 gennaio – Richieste di condanna pesanti nel processo sulle presunte tangenti all’Aca, per fatti risalenti ad un periodo compreso tra il 2010 e il 2013. Il pm Annarita Mantini, questa mattina davanti al tribunale collegiale di Pescara, ha chiesto condanne a sette anni di reclusione per l’ex presidente dell’Aca Ezio Di Cristoforo e a tre anni per l’attuale direttore tecnico Lorenzo Livello. Entrambi sono accusati di sono accusati di turbativa d’asta e Di Cristoforo anche di corruzione. Gli imputati, ad ogni modo, sono destinati a godere dei benefici di legge, dal momento che alcuni degli episodi contestati sono già stati prescritti e altri si prescriveranno nei prossimi mesi.

Così il pm Anna Rita Mantini, rivolgendosi ai giudici nel corso della sua requisitoria:

“Questo processo rappresenta un caso di scuola, in cui voi avete la prova piena e acclamata, con l’assoluta convergenza tra prove testimoniali e documentali”.

Il pm ha poi parlato di “un sistema criminoso che vede coinvolte figure di vertice dell’Aca” e ha osservato che “questa gestione scellerata ha determinato il default di questa società attualmente in concordato preventivo”. Sotto la lente dell’accusa il presunto accordo tra l’imprenditore Claudio D’Alessandro e lo stesso Di Cristoforo, basato – sempre secondo il pm – sulla corresponsione di tangenti pari al 5-6% dell’importo dei lavori, in cambio dell’aggiudicazione degli appalti attraverso gare truccate. Tra gli episodi contestati, anche l’appalto da un milione e 600mila euro per la manutenzione della rete fognaria di Pescara.

D’Alessandro, che ha sostenuto di essere stato costretto a pagare “perchè questo era il sistema”, per questa vicenda ha già patteggiato la pena. L’Aca, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Canio Salese, ha chiesto una provvisionale di 300mila euro, “essendo stato stimato – ha detto l’avvocato nella sua arringa – che l’Aca avrebbe potuto spendere circa il 20% in meno se le gare non fossero state truccate”. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 25 marzo, quando prenderanno la parola le difese e sarà emessa la sentenza.

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