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Popolare di Bari, Cisl: “Speriamo che l’inchiesta non ci danneggi. Ora però ritirino l’accordo sul personale”

Popolare di Bari, Cisl: “Speriamo che l’inchiesta non ci danneggi. Ora però ritirino l’accordo sul personale”

TERAMO, 1 settembre – Le inchieste della magistratura, il commissariamento. E poi l’acquisizione da parte di Popolare di Bari. Le vicende di Tercas e Caripe sembrano aleggiare come uno spettro sulla Bpb, quest’ultima investita nei giorni scorsi da una bufera giudiziaria che ne vede indagati i vertici con accuse che vanno, in base alle diverse posizioni, dall’associazione per delinquere alla truffa, dall’ostacolo all’attività di Bankitalia alle false dichiarazioni nel prospetto informativo depositato alla Consip, fino ad arrivare al maltrattamento e all’estorsione.

Inchiesta che preoccupa dipendenti e sindacati, che temono sempre più per la tenuta dell’istituto di credito.

“Non possiamo commentare le vicende giudiziarie che stanno interessando la Banca, rispetto le quali possiamo solo aspettare e vedere cosa succederà – commenta il segretario regionale della First Cisl Abruzzo e Molise Claudio Bellini – ma ci auguriamo che non si chiudano in maniera tragica e con ripercussioni ancora più negative. Abbiamo vissuto vicende analoghe con la magistratura prima e il commissariamento dopo in Tercas e Caripe, e non vorremo ripercorrere una strada piena di ripercussioni negative sui dipendenti”.

Dipendenti che, ad appena un anno dall’ingresso in Popolare di Bari, si trovano con la prospettiva di dover subire un accordo lacrime e sangue che Cisl e Uil non hanno voluto firmare,  rompendo così il fronte sindacale.

“E’ un accordo che non andava firmato – spiega Bellini – in quanto riteniamo che l’unico obiettivo fosse quello di chiedere 30 milioni di euro l’anno ai lavoratori, che a fronte di una semestrale che si è chiusa con una perdita di circa 2 milioni di euro ci sembrano francamente eccessivi. Il tutto a fronte dell’assenza di spiegazioni e della possibilità di  poter discutere piano industriale e strategie, finora mai visti negli incontri”.

E se la Cgil ha ancorato  la sua decisione di sottoscrivere l’accordo con la necessità principalmente di salvare posti di lavoro, per la Cisl gli sbandierati 504 esuberi sarebbero stati fin dall’inizio una sorta di bluff:

“Quella dei 504 esuberi è suonata fin  dall’inizio come una favoletta, tanto che già al secondo incontro erano stati accantonati – continua Bellini – Al contrario i sacrifici che si chiedono ai lavoratori sono pesantissimi. Sacrifici in termini di stipendio e di contributi,  con  la sospensione  per tre anni della contribuzione dell’azienda al fondo pensione dei lavoratori. Misura che toccherà  gli anziani ma soprattutto i più giovani, che già oggi si trovano a fare i conti con stipendi più bassi e che si troveranno probabilmente di fronte ad un ulteriore allungamento dell’età pensionabile. Senza considerare che non è detto che dopo questi tre anni l’azienda riprenda i versamenti”.

Tra le misure fortemente osteggiate quella della solidarietà:

“C’era già un accordo precedente, che non è stato rispettato dall’azienda, che prevedeva risparmi per 6-7 milioni di euro con  la solidarietà volontaria – conclude Bellini – Con questo accordo dopo una prima fase volontaria ci sarà l’assegnazione di un numero di giornate di solidarietà pro capite maggiori di quelle concordate lo scorso anno. Parliamo di 45-47 giornate di solidarietà di cui solo 1/3 coperto dal Fondo al 60 per cento.  Un accordo inaccettabile, che spero venga spiegato bene nelle assemblee con i lavoratori da chi lo ha firmato. Noi lo spiegheremo e ne abbiamo chiesto il ritiro. Tra l’altro come si fa a firmare un accordo con un’azienda che non ha nemmeno rispettato il precedente. Noi è da lì che chiediamo di ripartire”.

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