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Taglio indennità a Guardie mediche, servizio a rischio in Abruzzo. Il M5s: “Colpa di D’Alfonso”

Taglio indennità a Guardie mediche, servizio a rischio in Abruzzo. Il M5s: “Colpa di D’Alfonso”

PESCARA, 15 settembre – Servizio di Guardia medica a rischio, in Abruzzo, dopo una pronuncia della Corte dei Conti, che ha provocato un drastico taglio delle indennità, con effetto retroattivo, per il personale che opera nel settore. I diretti interessati, già da qualche settimana, sono sul piede di guerra e avvertono che, a queste condizioni, il servizio rischia di non essere più garantito. Il Movimento 5 Stelle scende in campo, al fianco delle 400 medici del territorio e punta il dito contro l’amministrazione regionale, annunciando la presentazione, in Consiglio regionale, di un provvedimento amministrativo che ripristini l’erogazione dell’indennità.

Sono il vice presidente della commissione regionale Sanità, Domenico Pettinari e la consigliera regionale pentastellata, Sara Marcozzi, a ricostruire la vicenda nel corso di una conferenza stampa, alla presenza di numerosi professionisti che operano come guardie mediche:

“Gli operatori del servizio di Guardia medica si trovano a fronteggiare un debito, con la Regione Abruzzo, di quasi 70mila euro ciascuno, non perché hanno chiesto un prestito, ma perché con una delibera di Giunta il governo D’Alfonso ha deciso di eliminare i 4 euro l’ora di indennità di rischio in formula retroattiva. Le Guardie mediche abruzzesi si sono viste prima decurtare lo stipendio e poi hanno ricevuto la richiesta di recupero delle somme percepite dalla Regione Abruzzo, estesa anche agli eredi”.

Si tratta di 400 lavoratori in tutta la regione, medici di continuità assistenziale, ovvero quel personale che lavora nelle Guardie mediche, aperte tutta la notte e anche nei giorni festivi.

Pettinari e Marcozzi rimarcano:

“In Abruzzo  rappresentano un valore aggiunto irrinunciabile, soprattutto in quelle aree interne che sono poco servite dagli ospedali maggiori e che risultano ancor più isolate dalle politiche di depotenziamento e chiusura che ha investito i grandi ospedali d’Abruzzo.

Il motivo di questo taglio incondizionato è una semplice richiesta di spiegazione su questa indennità di rischio, ritenuta utile nel 2006 e che avrebbe dovuto colmare tutte le carenze relative alla sicurezza sul posto di lavoro. Una richiesta di delucidazioni da parte della Corte dei Conti, a seguito della quale la Giunta regionale ha preferito disporre  l’interruzione della stessa”.

Pettinari afferma:

“E’ un provvedimento ingiusto. Noi dovremmo valorizzare questi medici che, ricordiamolo, non sono i ricchi del settore. Stiamo parlando di personale che lavora in condizioni a volte estreme, in orari impossibili e che percepisce stipendi assolutamente normali. Ancora una volta il Presidente D’Alfonso sceglie di penalizzare il personale medico. Anche in altre regioni è stato chiesto un accertamento su queste spese e al massimo si è interrotta l’erogazione, ma assolutamente senza una formula retroattiva, addirittura estesa agli eredi,  che rischia di mettere in ginocchio intere famiglie. Inoltre il provvedimento che ha assegnato i 4 euro in più l’ora risale allo scorso governo Pd, dunque il presidente, prima di chiedere un risarcimento retro attivo ai lavoratori che sono attori passivi in queste scelte, dovrebbe eventualmente richiedere le somme percepite dai medici di guardia a chi le ha autorizzate e quindi alla Dirigenza di quegli anni e all’organo politico dell’epoca, del quale alcuni sono attivi decisori in questo frangente”.

Marcozzi aggiunge:

“Stupisce la solerzia e lo zelo con cui il presidente D’Alfonso ha dato seguito a una semplice richiesta di chiarimento della Corte dei Conti, mentre lo hanno lasciato del tutto indifferente le diffide al suo Governo, molto più pesanti, della stessa Corte, relative alla mancata approvazione dei rendiconti di Regione Abruzzo, che ha messo in ginocchio i conti della Regione. Sono tutti ligi con i conti degli altri. Siamo di fronte a decenni di mal governo che prosegue con il governo del presidente D’Alfonso e anche questi ne sono i frutti”.

La replica dell’amministrazione regionale è affidata all’assessore alla Sanità, Silvio Paolucci:

“Non c’è nessuna volontà da parte della giunta regionale di penalizzare o non valorizzare la professionalità dei medici di continuità assistenziale. La decisione di sospendere l’erogazione dell’indennità oraria aggiuntiva e di procedere al recupero delle somme già corrisposte, è dettata dal rispetto della normativa e dell’accordo collettivo nazionale di lavoro. Mi corre, però, l’obbligo di fare chiarezza su una questione che da settimane viene strumentalizzata a fini politici ed elettoralistici, generando sia nei medici interessati, che nella popolazione falsi convincimenti. La scelta di bloccare la corresponsione dell’indennità è legata alla notifica, lo scorso 29 giugno, del decreto 4366 della Procura Regionale della Corte dei Conti, nella quale, fra l’altro, si evidenzia un elevato pregiudizio alle pubbliche finanze derivante dalla pregressa e attuale erogazione in favore dei medici di continuità assistenziale del compenso aggiuntivo orario di 4 euro a titolo indennità per i rischi legati alla tipologia dell’incarico. Indennità prevista da un accordo integrativo approvato dall’allora giunta regionale nell’agosto 2006. In seguito al decreto della magistratura contabile è stata attivata un’istruttoria da parte degli uffici regionali, da cui è emerso che quell’indennità non trovava previsione nell’Accordo Collettivo Nazionale che, nel definire il compenso orario da attribuire ai medici di continuità assistenziale, stabilisce un importo lordo onnicomprensivo per ogni ora di attività, senza alcuna previsione di ulteriori compensi. Voglio anche precisare che il Tar Abruzzo, con ordinanza del 13 settembre scorso, ha respinto la domanda cautelare di sospensione del provvedimento di giunta, avanzata da alcuni medici di continuità assistenziale, in quanto ha ritenuto la richiesta non fondata”.

Infine Paolucci liquida così l’annuncio del M5s, che si è detto intenzionato a presentare in Consiglio regionale un provvedimento amministrativo che ripristini l’erogazione dell’indennità:

“Il consigliere Pettinari e gli altri che vorranno sottoscriverlo sono liberissimi di farlo e di votarlo, ma sappiano che, nel caso dovesse essere approvato dall’aula, se ne assumeranno la relativa responsabilità amministrativa e contabile. Davanti a istruttorie evidenti, la strumentalizzazione tanto palese di un tema così delicato, a mio avviso configura una vera e propria scorrettezza politica non solo nei confronti dei medici, ma di tutti i cittadini”.

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