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Teramo Calcio, il patron Campitelli: “Io non mollo, non retrocederemo ma resterò in ogni caso”

Teramo Calcio, il patron Campitelli: “Io non mollo, non retrocederemo ma resterò in ogni caso”

TERAMO, 2 maggio 2017 – A novanta minuti dal termine della stagione regolare, con la squadra che rischia i play-out e con un ambiente sull’orlo di una crisi di nervi, in piena contestazione, il presidente della Teramo Calcio convoca una conferenza stampa nella quale riconosce gli errori, ma annuncia di essere intenzionato ad andare avanti, con più forza di prima, anche in caso di retrocessione in serie D.

Il patron dei biancorossi mette subito le cose in chiaro, spiegando che resterà alla guida del club biancorosso in qualsiasi caso:

“Io non mollo quando le cose vanno male. Mollerò quando andranno benissimo. I sacrifici di questa società qualcuno li conosce? Perché non ci si informa ? Abbiamo pagato tutto e io devo sentire le parolacce. In questo modo è la città a fare una pessima figura. Ogni tanto anche noi abbiamo bisogno di una piccola parola di merito. Io non lascio il Teramo. Non retrocederemo in D, ma se malauguratamente ci andassimo, noi rimarremo al nostro posto con la volontà di fare una programmazione importante”.

Campitelli recita però anche il mea culpa:

“Il calcio è strano, perché pochi centimetri possono cambiare il corso di una stagione, anche della peggiore della mia gestione dopo otto anni di successi indiscussi. Chiedo scusa a tutti i tifosi per quest’annata, come lo chiesi due anni fa per quanto accaduto. Quando presi le redini della società nel 2008, mi ero posto l’obiettivo del professionismo a breve termine, forse l’abbiamo raggiunto con eccessiva facilità e rapidità, grazie ad un’oculata programmazione.
Nell’ultimo biennio sono stati commessi degli errori, è inutile negarlo. Il più grande è stato quello di pensare di tornare a vincere da subito, acquistando solo calciatori di spessore”.

Il momento è decisivo e il presidente del Teramo chiede a tutti di fare quadrato, per arrivare uniti alla meta:

“Ci tenevo a difendere pubblicamente tutti i miei calciatori attualmente in rosa, perché se vogliamo davvero salvarci abbiamo bisogno di tutti, nessuno escluso. L’arrivo di Ugolotti ci ha dato una grande mano e, senza tanti piccoli infortuni, oggi avremmo quei due-tre punti in più che ci consentirebbero di parlare di miracolo sportivo. Questo non è il momento dei processi sommari. Mi rivolgo in particolare ad una frangia della tifoseria, specialmente a chi decide settimanalmente di mettere alla gogna tesserati o dirigenti, a chi parla di retrocessione programmata, dimenticando come il nostro sia uno tra i sette, otto budget più importanti del girone, a chi ci insulta sistematicamente, a chi non sembra volere il bene di questi colori. Abbiamo commesso degli errori, è ovvio, ma solo chi non fa non sbaglia e io ci rimetto del mio economicamente. Capisco l’amarezza della gente che si attendeva ben altro rispetto a questa sofferta stagione, lo stesso ci aspettavamo noi, ma se un calciatore viene apostrofato pesantemente per una rete sbagliata, creando addirittura apprensioni e patemi alla sua stessa famiglia, c’è qualcosa che non va e che non posso digerire, perché dietro ad ogni individuo c’è una dignità e una famiglia, da rispettare sempre e comunque. Dobbiamo guardare al presente, perché c’è una categoria da preservare ad ogni costo, in una città che ha già perso tanto. Dobbiamo volerlo tutti, dalla squadra alla città, formando un corpo unico, per evitare di andare incontro, poi, ad inutili rimpianti”.

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