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Teramo, docenti e studenti dell’Alessandrini-Marino protestano davanti alla Provincia

Teramo, docenti e studenti dell’Alessandrini-Marino protestano davanti alla Provincia

TERAMO, 3 settembre – “No alla scuola spezzatino”, “Fatela finita con i bla bla bla”, “Non siamo una scuola di serie B”. Sono alcuni degli slogan con cui questa mattina docenti e studenti dell’Iss Alessandrini Marini hanno protestato davanti alla sede della Provincia chiedendo una soluzione al problema della carenza di aule che non penalizzi ulteriormente la didattica.

Dislocato oggi su più sedi, in attesa che vengano eseguiti i lavori sulla parte attualmente chiusa per inagibilità in seguito alle verifiche di vulnerabilità sismica che hanno dato un risultato pari allo zero,  l’Iss Alessandrini-Marino chiede una soluzione che riunisca aule e laboratori consentendo agli studenti di avere una formazione adeguta.

“Sono anni ormai che le nostre classi vengono divise tra varie sedi e la situazione  non è più sostenibile – ha detto Mariassunta Di Crescenzo, docente di lettere – vogliamo delle soluzioni concrete, utili agli studenti perchè alcune classi che non hanno i laboratori vicini di fatto non hanno potuto usfuruire di  ore importanti. Abbiamo sentito che si prospetta la possibilità di alcune aule al Pascal ma è molto distante dall’Ipsia. Si devono trovare soluzioni cocnrete, non mettere le pezze. L’istruzione decorosa è un diritto per i nostri ragazzi”.  Ragazzi che, hanno sottolineato i docenti, spesso trovano il lavoro ancor prima di diplomarsi grazie alle competenze acquisite a scuola.

A confrontarsi con docenti e studendi, che si sono rifiutati di salire in delegazione nella sede della Provincia per parlare della questione, il consigliere delegato all’edilizia scolastica Luca Frangioni, che è rimasto a lungo con loro rispondendo a domande e sollecitazioni, coadiuviato dal dirigente Francesco Ranieri, e anche alle polemiche sul progetto di adeguamento sismico della sede storica dell’istituto. Progetto che come ricordato da Frangioni non rientra tra i finanziamenti sisma ma per il quale all’epoca fu chiesto un mutuo Bei, e che quindi segue una diversa tipologia di procedura e non quella semplificata della ricostruzione post-sisma.

“La Provincia non ha perso alcun finanziamento, chi lo sostiene, va detto con chiarezza, sostiene una tesi falsa basata su presupposti errati e tanto meno abbiamo perso i sette milioni del Marino la cui convenzione ci è stata proposta solo ad aprile del 2020 – ha detto Frangioni – Prima era solo una promessa dello Stato. Fra alcune settimane sarà bandita la gara di progettazione. Non abbiamo un problema di aule per questo anno scolastico ma gli insegnanti del Marino non vogliono essere dislocati su più istituti per ragioni assolutamente comprensibili ma che si scontrano con la realtà dei fatti. Soprattutto non voglio essere loro a trasferirsi al Pascal, dove grazie ai lavori svolti nell’ala inagibile con classificazione B, abbiamo recuperato sei aule; questo significa che torna agibile con i lavori prescritti dalla protezione Civile che stiamo realizzando”.

Frangioni, che ha sottolineato come la Provincia sia aperta a ogni possibile soluzione, ha precisato che a decidere la destinazione delle sei aule recuperate al Pascal sarà la riunione convocata dall’ente per martedì con l’ufficio scolastico provinciale e con la conferenza dei dirigenti.

“Va sottolineato – ha aggiunto Frangioni, che ha invitato gli insegnanti del “Marino” a partecipare alla conferenza dei dirigenti scolastico – che in questo momento, la Provincia, copre diversi fronti: oltre alla Croce Rossa ospitiamo 300 alunni dell’istituto comprensivo “Falcone-Borsellino” del Comune di Teramo. Il capoluogo è citta terremotata, una parte del Marino è chiusa per vulnerabilità sismica zero, molti edifici pubblici e privati sono stati chiusi per inagibilità. Siamo aperti a soluzioni alternative che per ora non sono state individuate ma noi non ecludiamo alcuna ipotesi”.

Successivamente all’incontro con docenti e studenti dell’Alessandrini-Marino, che in un sedondo momento si sono spostati sotto la sede del Comune accettando, contrariamente a quanti accaduto in Provincia, di salire in delegazione dal sindaco Gianguido D’Alberto, Frangioni ha fatto il punto sulla situazione dei lavori  realizati nelle varie scuole per trovare tutti gli spazi disponibili.

“Abbiamo appaltato e consegnato 10 cantieri per 33 aule recuperate su tutto il territorio provinciale – ha spiegato – e l’anno scolastico ripartirà senza problemi di aule”.

In particolare attualmente la provincia ha recuperato 6 aule al Pascal a Teramo, con gli spazi disponibili a partire da metà settembre; 4 aule al “Comi 2”; un’aula al Di Poppa-Rozzi dove sono stati effettuati lavori sulle infiltrazioni:; due aule all’Alessandrini-Marino; un’aula al Classico Delfico dove sono in corsi lavori di sistemazione; tre aule al “Peano” a Nereto che erano chiuse per infiltrazioni dal tetto e sulle quali sono in corso i relativi lavori;  un’aula all’istituto “Rosa” sempre a Nereto grazie a lavori di adeguamento; 8 aule al Saffo di Roseto;  3 aule e la palestra allo “Zoli” di Atri e 4 aule al “Cerulli-Alberghiero” di Giulianova dove si recuperano 4 aule e dove sono in corso lavori per la sistemazione di una nuova cucina con bagno e spogliatoio. Tra i cantieri aperti dalla Provincia, inoltre, anche quello per i lavori per l’ascendore per disabili al “Di Poppa-Rozzi” a piano D’Accio.

“A differenza di quello che accade in altre cittadine della Provincia (Atri, Giulianova, Roseto degli Abruzzi, Silvi) dove in carenza di spazi propri, l’ente ha provveduto ad affittare edifici privati – ha precisato la Provincia in una nota –  a Teramo, città terremotata dal doppio cratere sismico (quello del 2009 e quello del 2016/2017) la disponibilità di edifici adeguati ad una scuola sono ridotte se non inesistenti. Inoltre, la Provincia , al momento, ospita anche il plesso comunale dell’Istituto comprensivo di Villa Tordinia (chiuso per inagibilità) al Comi –Forti (300 alunni). Bisogna ricordare, infine, per un quadro completo delle valutazioni, che nel 2020 – anno dicrisi sanitaria mondiale e di lunghi mesi di lockdown con le imprese ferme – la Provincia ha dovuto far fronte a numerosi interventi per dare seguito alle disposizioni sul distanziamento sociale nelle scuole. In 74 giorni – data autorizzazione del Ministero, 14 luglio 2020 – ha gestito 20 gare, realizzato 63 aule nuove, 11 laboratori e 10 servizi igienici, affittato una sede per il Cipia e trovata una nuova sede – a Colleranesco – per il “Crocetti” di Giulianova. E anche l’Ipsia di Giulianova è stata chiusa nel 2017 in seguito alle verifiche di inagibilità sismica”.

Tra il  2022 e il 2024, inoltre,  ci saranno tre interventi significativi che comporteranno delocalizzazioni di scuole e studenti: Liceo Artistico (da abbattere e ricostruire ex novo, stiamo assegnando la gara di progettazione); il Comi 2 (va abbattuto e ricostruito); l’Ipsia Teramo (Alessandrini-Marino), per un totale di oltre 500 studenti. “Anche per questo gli interventi non possono partire insieme – ha concluso la Provincia – e vanno accuratamente pianficati tempi e modalità insieme alla Conferenza scolastica”.

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