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Teramo, dopo lo scioglimento del consiglio comunale le accuse della Cardelli: “Ricominciano gli zero”

Teramo, dopo lo scioglimento del consiglio comunale le accuse della Cardelli: “Ricominciano gli zero”

TERAMO, 5 dicembre – Mentre il centrodestra si lecca le ferite legate alla caduta dell’amministrazione Brucchi le opposizioni si organizzano per il futuro. Anche se c’è chi, come il consigliere indipendente di minoranza Paola Cardelli, unica a non aver condiviso la strategia delle dimissioni di massa dal vicesegretario comunale, attacca la stessa minoranza “rea” di aver appoggiato Futuro In in una manovra che avrebbe solo penalizzato la città.

“La patetica parata di consiglieri dimissionari che ha funestato l’Ufficio protocollo ha appalesato un’unica squallida realtà: non ‘si ricomincia da zero’ come qualcuno ha pomposamente dichiarato, ma ‘ricominciano gli zero’ – scrive Cardelli in una nota – Gli zero sui cui volti di pietra è rimbalzata la disperata domanda del Presidente della Tercoop: perché tanta fretta? Quale l’urgenza di consegnare la città ad un Commissario e con essa le sorti della cooperativa?”

Per il consigliere indipendente se la fretta dei ‘gattiani’, in vista delle elezioni, è sin troppo comprensibile, non altrettanto quella della minoranza, se non in vista di eventuali apparentamenti elettorali.

“Un’opposizione degna di questo nome, che dunque si proponga, sia pur in modo composito come alternativa di governo, dovrebbe avere degli obiettivi e non solo argomenti – continua Cardelli – e se qualcuno della minoranza avesse mai avuto come reale obiettivo risolvere l’annosa e penosa questione Tercoop avrebbe dovuto dimostrarlo laddove la vicenda si è irrimediabilmente avviata a concludersi a breve e nel peggiore dei modi (anche a seguito della denuncia presentata da Berardini alla Procura)”.

Secondo l’ex consigliera comunale di minoranza, dunque, non vi era nessuna fretta di consegnare la città al commissario:

“La colpevole e probabilmente intenzionale inerzia di chi ha governato finora non esonera alcuno della minoranza dalla responsabilità di non aver neppure tentato di giungere almeno alla definizione di un bando di gara per la gestione dei parcheggi a cui la cooperativa potesse partecipare, prima della cessazione del rapporto di questa con l’Ente. I lavoratori Tercoop vessati e turlupinati per anni dalla maggioranza, hanno ricevuto lo schiaffo finale, il più incredibile e doloroso, proprio da questa sbrindellata e pavida minoranza”.

Una situazione nella quale dunque, secondo la Cardelli, l’unico a dimostrare dignità sarebbe stato proprio il sindaco Maurizio Brucchi:

“Non vi era alcuna urgenza di spodestare un sindaco la cui sia pur pessima attività amministrativa non ne fa un avvelenatore di pozzi e che, al suo secondo mandato, è già fuori dallo scenario politico teramano. E’ vero anzi il contrario, poiché la miserevole condotta degli esponenti di Futuro In e dei loro nuovi sodali ha offerto alla minoranza una duplice opportunità: costringere i maggiori azionisti del centro-destra teramano ad una rovinosa campagna elettorale e soprattutto poter dettare l’agenda di governo, se il caso, fino alle elezioni, evitando l’avvento intempestivo di un Commissario da cui nessuno potrà pretendere alcunché. Visto il sordido epilogo, alla fin fine l’unico ad uscirne con dignità è stato proprio il sindaco che davanti alle spregevoli e vili manovre dei suoi colleghi di partito, ha continuato per la propria strada tentando di costringere questi ultimi ad un redde rationem che non ha potuto aver luogo solo grazie al vergognoso soccorso della minoranza”.

Di tutt’altro avviso Abruzzo Civico, per il quale con la caduta dell’amministrazione Brucchi si chiude un capitolo negativo per la città di Teramo:

“Larga parte della maggioranza che ha appoggiato il sindaco Maurizio Brucchi ha deciso, insieme alla minoranza della quale abbiamo sempre fatto parte, di porre fine a questa esperienza amministrativa che si è trascinata con moltissime difficoltà negli ultimi mesi – dichiara  il coordinatore cittadino Siriano Cordoni – Non si tratta di certo di una pagina felice per la nostra città e non è nostra intenzione fare processi o tantomeno festeggiare questo passaggio: prendiamo atto che si era evidentemente esaurita da tempo la fiducia e la spinta che per otto anni ha sostenuto l’azione amministrativa di Brucchi e la firma delle dimissioni da parte dei 18 consiglieri non è altro che la inevitabile presa d’atto di questa situazione di fatto, non più eludibile”.

Messa la parola fine su questa esperienza amministrativa, per Cordoni, è ora di pensare ad un nuovo progetto politico:

“Non dimentichiamo che siamo una città terremotata (non solo materialmente), c’è  bisogno di imprimere velocità e concretezza al processo di ricostruzione e farne anche una leva di rilancio sociale, culturale e lavorativo soprattutto per i giovani, Teramo ha enormi potenzialità non sfruttate che nascono dalla sua storia e dal suo ruolo di capoluogo di provincia, da qui dobbiamo ripartire per costruire un nuovo progetto per la città capoluogo. Al centro di questo progetto devono esserci, innanzitutto, le persone e i loro bisogni e siamo convinti che il valore delle donne e degli uomini di Abruzzo Civico saranno determinanti per l’apertura di un nuovo capitolo nella storia della città, siamo a lavoro per questo”.

Sulla necessità di un nuovo progetto si registra anche la presa di posizione di Sinistra Italiana- Art. 1 Mdp:

“L’epilogo in stile notarile dell’amministrazione Brucchi rappresenta solo il punto di caduta di una crisi politica ed istituzionale che si perpetrava da anni e che aveva ormai assunto caratteristiche tragicomiche tra balletti, teatrini, strappi, ricuciture, personalismi – scrivono Stefano Ciccantelli e Stefano Alessiani – Mentre la città tremava agonizzante immersa nella crisi economica e sociale il centrodestra teramano (e non solo il centrodestra) ha letteralmente bloccato tutto il dibattito pubblico sulle proprie divisioni interne, sulla fame di potere, sulla spartizione di assessorati e incarichi”.

Una situazione che anche per Ciccantelli ed Alessiani ha certificato la fine del “Modello Teramo”, di cui sarebbe responsabile non solo Brucchi ma tutta la sua ex maggioranza.

“Ora occorre una nuova proposta per Teramo – concludono – Oggi si volta pagina rispetto al blocco istituzionale e amministrativo ma la crisi politica è ancora viva poiché alla disfatta del centrodestra non c’è ad oggi un’alternativa già strutturata in grado di interpretare i bisogni della città e costruire risposte come hanno ricordato più volte forze civiche di natura progressista che animano lo scenario politico teramano. Sentiamo anche sulle nostre spalle un bel pezzo di responsabilità per tale vuoto. Ed è per questo che ci impegniamo,  interpretando al meglio lo spirito del progetto nazionale di Liberi e Uguali (la lista unitaria e autonoma dai poli esistenti), a rispondere a questa necessità promuovendo luoghi comuni di confronto e di elaborazione programmatica aperti a tutte le forze civiche e di sinistra interessate”

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