Teramo
Stai leggendo
Teramo, fallimento Sogesa: in due a processo. Prosciolti i vertici Cirsu, assolti i consulenti

Teramo, fallimento Sogesa: in due a processo. Prosciolti i vertici Cirsu, assolti i consulenti

TERAMO, 5 luglio – Dell’intero impianto accusatorio relativo al fallimento di Sogesa, la società che gestiva la raccolta dei rifiuti nei comuni di Giulianova, Bellante, Roseto, Morro d’Oro, Notaresco e Mosciano, al termine dell’udienza preliminare davanti al gup Domenico Canosa, resta in piedi solo la parte sulla presunta bancarotta preferenziale contestata all’ex presidente del cda di Sogesa Gabriele Di Pietro e all’ex amministratore delegato di Sogesa Giovanni Marchetti, per i quali è stato disposto il rinvio a giudizio con la prima udienza del processo, davanti al collegio, fissata per il prossimo 20 settembre.

Crollate, invece, le accuse per gli altri sei imputati, tra cui i due consulenti che avevano chiesto ed ottenuto il rito abbreviato, con il gup che ha disposto il proscioglimento “perché il fatto non sussiste” per i tre membri dell’allora cda di Cirsu e Sogesa Angelo Di Matteo, Diego De Carolis ed Andrea Ziruolo, e per “non aver commesso il fatto” per il  presidente del cda e amministratore delegato di Deco spa Paolo Tracanna, e l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per  i due consulenti Mary Pistillo e Lorenzo Giammattei.

Sul tavolo la sorte toccata a Sogesa, che nata come società mista pubblico privata, era fallita appena otto mesi essere diventata una società a capitale interamente pubblico in seguito all’acquisto, da parte di Cirsu, delle quote di Aia (società del gruppo Deco). Ed è proprio in seguito alla trasformazione di Sogesa in una società a capitale interamente pubblico che, secondo l’accusa, era iniziato l’iter che aveva successivamente portato  la società al fallimento.

All’epoca, infatti, secondo la Procura, Sogesa avrebbe vantato nei confronti di Cirsu crediti per oltre tre milioni di euro. Crediti disconosciuti dal Cirsu, la cui governance a quel punto coincideva perfettamente con quella di Sogesa, che con un accordo transattivo e una consulenza richiesta ad hoc avrebbe occultato, secondo gli inquirenti, i reali importi dovuti a quest’ultima riconoscendole crediti per appena 431mila euro circa.

Un duro colpo per le casse di Sogesa, che di lì a poco sarebbe stata dichiarata fallita. Da qui l’accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale per Diego De Carolis, all’epoca presidente del cda di Sogesa e consigliere del cda di Cirsu, per Angelo Di Matteo, all’epoca consigliere del cda di entrambe le società e per Andrea Ziruolo all’epoca consigliere del cda del di Sogesa e presidente del cda di Cirsu.
Reato contestato in concorso anche ai consulenti Mery Pistillo e Lorenzo Giammattei, incaricati dalle due società di valutare l’entità dei credito vantati da Sogesa nei confronti di Cirsu e che erano finiti a processo con la Procura li accusava di aver contribuito con il loro elaborato all’occultamento da parte di Cirsu dei crediti effettivamente vantati da Sogesa. Crediti che per gli inquirenti erano effettivamente quantificabili in circa tre milioni di euro. Accuse che oggi sono cadute  per tutti gli imputati

Discorso diverso per l’accusa di bancarotta, questa volta di tipo preferenziale, contestata  all’ex presidente del cda di Sogesa Gabriele Di Pietro e all’ex amministratore delegato di Sogesa Giovanni Marchetti che secondo l’accusa, prima della procedura fallimentare, in un momento in cui Sogesa versava già in uno stato di decozione finanziaria, avrebbero eseguito pagamenti in favore di Deco per oltre 689mila euro. Accusa che ha retto nel corso dell’udienza preliminare per entrambi i vertici di Sogesa, e che veniva contestata in concorso anche all’allora presidente del cda e amministratore delegato di Deco spa, che è stato invece prosciolto,  che secondo l’accusa sarebbe stato a conoscenza dello stato di dissesto in cui versava all’epoca Sogesa, partecipando l’azienda al capitale della società attraverso L’Aia.

Sempre a Di Pietro e Marchetti viene contestata una seconda ipotesi di bancarotta preferenziale perché nello stesso periodo avrebbero eseguito pagamenti per oltre 320mila euro nei confronti di altre due società. Accuse che adesso dovranno essere provate in dibattimento.

Il pm Stefano Giovagnoni nella precedente udienza aveva chiesto l’assoluzione per i due consulenti Pistillo e Giammattei, non rilevando il dolo nel loro operato, e il rinvio a giudizio di tutti gli altri imputati.

A far partire le indagini, circa due anni fa, era stato un esposto dell’allora presidente Cirsu Angelo Di Matteo, con cui si chiedeva di indagare sui rapporti tra Sogesa e il socio privato nel periodo 2007-2010. Indagini che all’inizio avevano portato all’iscrizione, nel registro degli indagati, degli ex presidenti del cda del consorzio Luciano D’Amico e Lunella Cerquoni, la cui posizione a maggio 2016 era stata archiviata. Archiviazione chiesta dalla stessa Procura di Teramo.

Mi sento...
Felice
0%
Orgoglioso
0%
Euforico
0%
Ok
100%
Triste
0%
Arrabbiato
0%