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Teramo, il consiglio ratifica l’accordo di programma con l’Adsu. Ma Brucchi resta con 15 consiglieri

Teramo, il consiglio ratifica l’accordo di programma con l’Adsu. Ma Brucchi resta con 15 consiglieri

TERAMO, 20 aprile –  Il clima è quello da ultimi giorni dell’impero. Con l’unico dato certo che la maggioranza non esiste più e con il sindaco Maurizio Brucchi sempre più solo. Tanto che dopo l’inversione dei punti all’ordine del giorno e l’approvazione dell’accordo di programma con l’Adsu per la casa dello studente e della rottamazione delle cartelle, l’uscita dall’aula di tutta la minoranza insieme ai tre dissidenti Alfredo Caccioni, Vincenzo Falasca e Mimmo Sbraccia e dei consiglieri della Lista civica Al Centro per Teramo Angelo Puglia e Guido Campana e di Fratelli D’Italia Raimondo Micheli, costringe quel che resta dell’amministrazione Brucchi a ritirare quei punti per i quali sarebbe servita una maggioranza qualificata. Perché alla fine, in aula, restano solo 15 consiglieri.

Gli stessi quindici consiglieri che avevano consentito di aprire la seduta, visto che si era in seconda convocazione. Assodato il numero legale e rientrati tutti tra i banchi la polemica si innesca sulla surroga dei consiglieri passati sui banchi da assessore.

Il presidente del consiglio comunale sottolinea che non era prevista all’ordine del giorno e che quindi non si discuterà, l’opposizione insorge in blocco, e si allontana dall’aula, mentre sia il sindaco Brucchi che il segretario generale chiariscono la correttezza della decisione.

E’ una riunione dei capigruppo a sciogliere anche questo nodo, così la discussione riprende dalla ratifica della convenzione con l’Adsu per la casa dello studente.

Una ratifica che passa con 29 si, l’astensione di Fabio Berardini e il no di Marina Cristina Marroni e Paola Cardelli e che diventa per il consigliere dissidente Vincenzo Falasca l’occasione per chiarire ancora una volta, durante l’intervento nel quale annuncia il suo voto favorevole, la sua posizione.

“Devo ringraziare Futuro In che mi ha dato la possibilità di essere qui, visto che non ho preso tanti voti per essere eletto – ha detto Falasca – e sono entrata per le deleghe a quegli eletti che sono diventati assessori. E questo è ovvio. Così come è normale che chi è in minoranza rispetto al gruppo debba uscirne fuori. Non c’è stato alcun processo di condivisione ed essendo in minoranza siamo usciti”.

Il sindaco Brucchi prova a richiamare tutti ad un superiore senso di responsabilità. Lo fa illustrando il punto sulla rottamazione della cartelle, in un intervento in cui manda evidenti segnali trasversali a chi, più o meno apertamente, viene accusato di fare campagna acquisti per far cadere l’amministrazione Brucchi.

“Teramo è una città in grande difficoltà, così come lo sono tutte le città che hanno subito tre terremoti – esordisce Brucchi – Il tessuto economico è in ginocchio e la città ha bisogno di una guida politica, con tutto il rispetto del lavoro che potrebbe svolgere il commissario. C’è bisogno di condivisione, di senso di responsabilità da parte di quelli che ritengono di essere attori importanti per il territorio, di chi ritiene di essere legato al territorio, anche se seduti dall’altra parte della barricata. E lo dico prima di tutto a me stesso, a chi è seduto in questa stanza, ma anche a chi viene da altre realtà ed istituzioni e crede che tutto abbia un prezzo. La dignità non ha prezzo, la mia dignità non ha prezzo, la vostra non so”.

L’invito di Brucchi è a votare tutti, senza distinzione, il provvedimento sulla rottamazione delle cartelle, provvedimento che passa con il voto favorevole di maggioranza ed opposizione.  Ma il  Pd, all’invito al senso di responsabilità, non ci sta.

“Oggi si è ripresentato con lo stesso schema – ha detto il capogruppo del Pd Gianguido D’Alberto rivolto al sindaco – e ha ripreso lo stesso schiaffo dell’ultimo consiglio. Lei non ha più la maggioranza. Quindici sono i voti favorevoli alla sua giunta, una maggioranza frantumata di cui deve prendere atto e valutare come uscire da questa situazione invece di chiedere senso di responsabilità agli altri”.

Dopo l’approvazione dei due punti e l’uscita dall’aula della minoranza e di parte di chi ancora siede sui banchi della maggioranza il consiglio si consuma in un clima surreale, con la votazione degli unici punti possibili da approvare con con 15 consiglieri in seconda convocazione.

Brucchi, alla fine del consiglio, non rilascia dichiarazioni. A parlare sono quei banchi vuoti.

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