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Teramo, provincia sempre più riciclona ma mancano gli impianti

Teramo, provincia sempre più riciclona ma mancano gli impianti

TERAMO, 13 dicembre – In una provincia dove la percentuale di differenziata cresce sempre di più, ponendola al primo posto a livello regionale, e dove di pari passo diminuisce la produzione di rifiuti, alla “virtuosità” dei cittadini non corrisponde però una diminuzione dei costi. Tanto che la spesa per il servizio di raccolta e smaltimento si attesta sui 181,14 euro per abitante contro i 158,86 a livello nazionale e i 176,77 a livello regionale.

Un dato, quello dei costi, su cui influiscono principalmente due variabili: da un lato quella relativa alla carenza di impianti, con la dipendenza verso altri ambiti regionali ed extraregionali, dall’altro quella dell’implementazione del porta a porta. Sistema, quest’ultimo, sicuramente più efficiente ma anche più costoso e che di conseguenza dovrebbe essere organizzato “in maniera oculata sia rispetto al numero di ritiri che rispetto all’applicazione da parte dei cittadini delle buone pratiche ambientali”, come sottolineato dal dirigente regionale del settore rifiuti Franco Gerardini.

A fotografare la situazione  in provincia il Rapporto rifiuti 2015 presentato questa mattina alla presenza del presidente Renzo Di Sabatino, che ha sottolineato la necessità che i 47 comuni si muovano nell’ottica di una gestione unica del servizio.

“Nelle more della costituzione dell’agenzia regionale ho cercato di anticiparne il modello di governance invitando i sindaci teramani a costituire un sub ambito provinciale con unico soggetto pubblico gestore – ha sottolineato Di Sabatino – la discarica del Cirsu, se completata, da sola, garantirebbe la copertura del fabbisogno e porterebbe risorse economiche tali da consentire l’ammodernamento dell’intera filiera. Ma i sindaci fanno difficoltà ad avere una visione unitaria. Nel 2017, comunque, continuerà ad insistere perché si mettano insieme per una società unica dei rifiuti”.

Passando ai dati il rapporto, che certifica come a livello provinciale la percentuale di differenziata si attesti al 58,89 per cento, evidenzia una situazione a macchia di leopardo sul territorio, con una forbice che resta alta tra un territorio e l’altro.

Tanto che solo 19 Comuni su 47 hanno superato l’obiettivo del 65 per cento di differenziata previsto per legge. Sul podio, ancora una volta, il Comune di Torano Nuovo, con il 76,21 per cento, seguito da Montefino, Montorio al Vomano e Tossicia. E se tra i Comuni con più di 15mila abitanti il più virtuoso è giulianova, con il 68,03 per cento, seguito da Teramo che si attesta al 62,34 per cento, le perfomance peggiori si registrano in tre comuni tutti della fascia montana e tutti compresi nella fascia fino a 5mila abitanti: Castelli, con il 10,61, Isola del Gran Sasso con il 14,82 e Fano Adriano con il 17,92.

Ottime performance, infine, quelle raggiunte tra tre comuni, anche in questo caso appartenenti alla fascia montana, che fino allo scorso anno rappresentavano il fanalino di coda della provincia: Crognaleto con il 68,93 per cento, Cermignano con il 64,64 per cento, Pietracamela con il 63,90 per cento.

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