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Trasporto disabili, la protesta di Carrozzine Determinate e Autismo Abruzzo Onlus

Trasporto disabili, la protesta di Carrozzine Determinate e Autismo Abruzzo Onlus

PESCARA, 7 novembre – E’ un vero e proprio grido di dolore quello lanciato dalle associazione Carrozzine Determinate e Autismo Abruzzo Onlus dopo la decisione della Regione Abruzzo “di provvedere per il prossimo anno scolastico a limitare il servizio di trasporto specifico per i ragazzi disabili delle scuole superiori e avviarli a scuola con l’uso dei servizi pubblici di linea”. Provvedimento in base al quale gli studenti già riconosciuti dalla legge 104 come persona con handicap con connotazione di gravità dovranno essere nuovamente valutati dalla locale commissione al fine di definire quale tipologia di servizio sarà più idoneo per l’utente e del quale le due associazioni chiedono il ritiro minacciando, in caso contrario, di essere pronti   “ad occupare la Regione con tutti i nostri ragazzi”.

“Una simile proposta, priva di qualsiasi conoscenza concreta delle dinamiche reali del problema, è il sintomo più evidente di una vera e propria morte del diritto allo studio per i ragazzi con disabilità – tuonano Claudio Ferrante e Dario Verzulli in rappresentanza delle due associazioni – Entrati a scuola con un mese di ritardo rispetto ai coetanei a causa della mancanza del servizio di assistenza, adesso si vedono negato anche il servizio essenziale e necessario che consente loro di arrivare a scuola; servizio sino ad ora garantito dalle province che, passato nelle mani della Regione, rischia di essere distrutto”.

Per le due associazioni ,infatti,  per i ragazzi disabili che verranno indirizzati all’uso del servizio pubblico di linea si aprirà uno scenario ai limiti dell’assurdo “con aspetti pratici e quotidiani che non sono stati neppure lontanamente presi in considerazione”: il primo tratto, dall’abitazione fino alla fermata, sarà a carico della famiglia o del comune di residenza; il tratto centrale, dalla fermata di partenza a quella di destinazione, sarà garantito dal mezzo pubblico di linea che dovrà assicurare la necessaria assistenza a bordo fino all’arrivo della fermata;  il terzo tratto, dalla fermata di arrivo alla scuola, sarà competenza ancora una volta della famiglia e/o del comune dove ha sede la scuola.

“Queste famiglie dunque, già gravate da quotidiane difficoltà e spesso lasciate sole dalle istituzioni, dovranno non solo sostenere una ulteriore valutazione dell’Uvm, ma successivamente interagire con almeno 3 realtà per organizzare il viaggio scolastico, alle quali si potrebbero aggiungere ulteriori passaggi nel caso in cui fosse necessario utilizzare coincidenze di mezzi pubblici o nel caso in cui gli assistenti a disposizione durante le varie tratte fossero diversi e afferenti a diversi enti o aziende  – continuano Ferrante e Verzulli – Preso atto della proposta così formulata dalla regione, ci si domanda se l’assessore all’inclusione e al diritto all’istruzione conosca effettivamente il funzionamento del servizio, non avendo preso in considerazione le molteplici criticità che presenta una modalità di trasporto assurda come quella ipotizzata”.

Criticità ancorta maggiori nel caso di ragazzi con disturbi dello spettro autistico, per i quali “la forte compromissione della vita relazionale, le alterazioni percettive e sensoriali, la resistenza al cambiamento, rendono insostenibile la presenza in un autobus pieno e estremamente rumoroso come di norma avviene nell’orario scolastico, con il rischio più che potenziale di crisi importanti e persino di una regressione”. 

Da qui l’invito rivolto all’assessore per il diritto allo studio a “sedersi su una carrozzina ed a effettuare il percorso che uno studente con disabilità dovrebbe affrontare per raggiungere la scuola con i mezzi di linea, a provare personalmente magari in un giorno di pioggia cosa possa significare per chi vive continuamente delle difficoltà, trovarsi a doverne subire ingiustamente delle altre”.

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