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Treglio, il Tar respinge il ricorso dei Sansifici Vecere: resta lo stop e nessun risarcimento

Treglio, il Tar respinge il ricorso dei Sansifici Vecere: resta lo stop e nessun risarcimento

TREGLIO, 7 settembre – Legittimo lo stop al sansificio nel territorio di Treglio. Il Tar di Pescara ha infatti dato ragione alla Regione Abruzzo, ai Comuni di Treglio e Rocca San Giovanni, all’Arta e alla Asl di Lanciano Vasto Chieti, rigettando il ricorso presentato  dai Sansifici Vecere di Treglio, che chiedevano  l’annullamento della determina del 6 novembre 2017, della Regione Abruzzo, riguardante il rilascio dell’Autorizzazione unica ambientale (Aua).

I  Sansifici Vecere, che hanno operato nell’area frentana fin dagli anni Quaranta, fino al 2016 avevano uno stabilimento attivo sul territorio di Treglio. Quando si trattò di decidere in merito al rilascio dell’autorizzazione per il prosieguo dell’attività, per altri 15 anni, venne convocata una Conferenza di servizi alla quale presero parte tutti gli enti coinvolti. La Conferenza di Servizi, svoltasi il 21 luglio 2016 e il 30 gennaio 2017, espresse parere contrario riguardo al rilascio dell’autorizzazione.

Al tavolo erano presenti anche il Servizio di Gestione e qualità delle acque della Regione e il movimento Nuovo Senso civico. Il Comune di Treglio, come la maggior parte degli enti, diede parere negativo per il problema delle emissioni in aria, per questioni igienico-sanitarie e di rispetto ambientale, e per tutelare la salute pubblica, dato che nella zona in cui operavano i sansifici vivono decine di migliaia di cittadini.

Anche dalla Asl giunse il parere “non favorevole, considerato che non si conosce la qualità dell’aria della zona e che il sansificio può arrecare pericolo alla salute pubblica, dato che è classificata come industria insalubre di primo grado”.

Il sindaco di Treglio, Massimiliano Berghella, ricorda:

“All’incontro ribadimmo il nostro no all’autorizzazione, tra le altre cose perché la società ha presentato un piano industriale identico a quello del 2011, quando scattò l’inchiesta della Procura di Lanciano, con il sequestro dell’impianto produttivo, e furono rilevate irregolarità e incongruenze nella struttura, non capace, a livello di emissioni, di rispettare i limiti imposti dalla legge, ad esempio per quanto concerne il monossido di carbonio ed altre sostanze inquinanti volatili”.

Nel novembre 2017 arrivò il diniego della Regione, che comportò la chiusura degli impianti.  Da qui il ricorso al Tar, con cui è stato chiesto “l’annullamento del diniego e degli atti del procedimento, con condanna delle amministrazioni a risarcire il danno provocato”.

Si legge, invece, nel dispositivo dei giudici:

“Con memoria depositata in vista dell’udienza di discussione, la ricorrente ha preliminarmente precisato che a fronte del rilascio del provvedimento negativo di Aua la società si è vista costretta, dopo quasi 60 anni di attività e ben tre generazioni, a dismettere e delocalizzare l’impianto, sostenendo i relativi oneri, stante il totale fermo dell’impianto medesimo determinato dall’atto di adozione in senso negativo oggetto di impugnazione, al fine di evitare il deterioramento del medesimo con ulteriori perdite, al fine di garantire la massima sicurezza dei luoghi medesimi, ed evitare di incorrere in esposizioni finanziarie. La delocalizzazione degli impianti e il venir meno dell’attività oggetto di autorizzazione, determina il sopravvenuto difetto di interesse all’annullamento del diniego, non essendo più conseguibile bene della vita a cui la ricorrente originariamente aspirava”.

Decaduta anche la richiesta di risarcimento avanzata dai Sansifici Vecere. Il Tar ha infatti sentenziato:

“Il procedimento poteva essere riattivato da parte dei Sansifici o in conseguenza dell’accoglimento del ricorso oppure a seguito di presentazione di istanza adeguata alle suddette prescrizioni in caso di rigetto, per cui nulla, allo stato, imponeva lo smantellamento degli impianti, che ha invece la valenza di sostanziale rinuncia”.

 

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