TERAMO, 7 settembre – Attivare un tavolo di confronto istituzionale con Regione, Provincia e Comune per salvaguardare i livelli occupazionali e salariali a fronte dell’annunciata chiusura, il 30 settembre, del supermercato Iper Simply (ex cityper) di Piano D’Accio. A chiederlo le segreterie di Filcams Cgil e Fisascat Cisl, che hanno annunciato per domani mattina anche un presidio di protesta di fronte all’esercizio commerciale.

“I 53 lavoratori a cui il 5 settembre la Sma ha annunciato, durante un’assemblea straordinaria, convocata senza un preciso ordine del giorno e senza alcun confronto preliminare e spiegazione, la chiusura del punto vendita, hanno fondato l’Iper Simply di Piano D’Accio, hanno passato in quel punto vendita sabati, domeniche, festivi. Spesso hanno protratto l’attività ben oltre gli orari di lavoro, mettendosi generosamente a disposizione per offrire il servizio migliore possibile ai clienti e al negozio – scrivono Emanuela Loretone e Luca Di Polidoro – Gli ultimi anni, però, sono stati segnati dalla resa, da parte della direzione aziendale, alla concorrenza”.

Anni in cui, secondo i sindacati, si è registrato un calo degli investimenti su negozio, prodotto e servizi, con conseguente perdita di clienti. Una parabola discendente che oggi si chiude con l’annuncio da parte della società della chiusura del punto vendita senza se e senza ma. Con l’unica disponibilità, da parte dell’azienda, a trasferire i lavoratori tra i vari punti vendita presenti tra Pescara e Forlì.

“Peccato che non abbiano concretamente indicato nessuna destinazione – continuano i sindacati – e peccato che trasferirsi vorrebbe dire almeno dimezzare i salari per i dipendenti full time e non coprire le spese di viaggio per i part time. E’ dunque alla luce dell’indisponibilità da parte dell’azienda ad aprire un confronto vero sul destino occupazionale e salariale delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Iper Simply di Teramo, che si richiede alle istituzioni interessate di convocare con estrema urgenza un tavolo di lavoro che metta al centro la vita di 53 famiglie rispetto all’egoismo del gruppo dirigente della Sma. che ha deciso senza alcun riguardo nei confronti di persone che rischiano di rimanere senza lavoro”.