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Vertenza Honeywell, il ministro annuncia che parlerà con l’azienda ma mette le mani avanti

Vertenza Honeywell, il ministro annuncia che parlerà con l’azienda ma mette le mani avanti

ROMA, 17 ottobre – Passaggio importante, probabilmente obbligato, ma purtroppo difficilmente risolutivo, quello che ha avuto luogo oggi pomeriggio, presso il Ministero dello Sviluppo economico, sulla vertenza Honeywell. Una delegazione sindacale, capitanata dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso e dal suo vice Giovanni Lolli, ha incontrato il ministro Calenda per  affrontare il nodo legato al futuro dello stabilimento di Atessa, dove i dipendenti sono in lotta da mesi per difendere 420 posti di lavoro, messi a rischio dalla volontà della proprietà di delocalizzare, puntando sulla sede slovacca della multinazionale.

Da quanto si è appreso, la vicenda è ormai vicina all’epilogo. Il ministro si è detto disponibile a tentare una mediazione, ma ha lasciato intendere di avere poche armi a disposizione per incidere sulle scelte dell’azienda.

Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, riferisce:

“Stasera il ministro Calenda ci ha dichiarato che proverà a convincere i vertici della Honeywell a non delocalizzare la produzione, tuttavia ci ha anche detto che purtroppo non ha leve decisive per condizionare la multinazionale e che i vertici aziendali si sono riservati di decidere tra un mese”.

In sostanza il Governo non chiude la porta in faccia ai lavoratori, anche perchè siamo ormai in pieno clima elettorale. Allo stesso tempo, però, il ministro mette le mani avanti.

Paombella, comunque, spera ancora in un esito positivo della vertenza:

“A questo punto, anche in virtù dell’iniziativa governativa, attendiamo un segnale da parte della Honeywell, in mancanza del quale però non possiamo intravedere alcuno spiraglio di possibile soluzione di questa drammatica vertenza. Certo fa riflettere che oggi per una multinazionale sia così facile delocalizzare e chiudere, e che per il Governo sia così difficile riuscire ad intervenire. Evidentemente occorrerebbe ripristinare strumenti, anche giuridici, di maggiore tutela del lavoro e salvaguardia del patrimonio industriale”.

Le parti si sono lasciate con l’impegno, da perte del ministro Calenda, ad organizzare una conference call, senza attendere quel mese che i vertici aziendali si sono dati per fornire una risposta in merito al futuro dello stabilimento abruzzese. Domani, inoltre, si terranno le assemblee sindacali con i lavoratori.

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