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Abusi sessuali su minore, ex parroco di Villa Raspa condannato a 3 anni e 8 mesi

Abusi sessuali su minore, ex parroco di Villa Raspa condannato a 3 anni e 8 mesi

SPOLTORE, 14 giugno – Nella chiesa di San Camillo De Lellis, a Villa Raspa di Spoltore, l’ex parroco Don Vito Cantò abusò sessualmente di un minore. E’ quanto emerso dal processo di Pescara, con rito abbreviato, svoltosi davanti al tribunale collegiale di Pescara e conclusosi oggi con la condanna di Don Vito Cantò a 3 anni e 8 mesi di reclusione. Il pm aveva chiesto una condanna a 3 anni.

La sentenza prevede, inoltre, per l’ex parroco, l’interdizione dai pubblici uffici per un periodo di 5 anni, mentre il risarcimento dei danni avverrà in separata sede, con una provvisionale di 30 mila euro per il ragazzo, e di 10 mila euro a testa per la madre e la sorella del giovane, assistiti dall’avvocato Vincenzo Di Girolamo.

Gli abusi – secondo quanto ricostruito dall’accusa – si consumarono tra l’estate del 2011 e quella 2012. Nel 2013, sulla base di circostanziate segnalazioni relative ad abusi di natura sessuale nei confronti del ragazzo, all’epoca minorenne, il vescovo di Pescara, Tommaso Valentinetti, decise di sospendere cautelativamente don Vito Cantò, il quale lasciò la parrocchia e si dimise da educatore negli scout dell’Agesci.

Nel 2014 iniziò il processo canonico e contestualmente i genitori del ragazzo decisero di rivolgersi anche alla magistratura ordinaria, che affidò le indagini alla squadra mobile di Pescara. Il processo canonico si chiuse con una condanna di divieto perpetuo dello svolgimento di attività parrocchiali con minorenni, e con altre pene accessorie, come l’obbligo di 5 anni di vita monacale.

In seguito, nel 2016, lo sviluppo delle indagini indusse il pm della Procura di Pescara, Salvatore Campochiaro, a chiedere il rinvio a giudizio, ma l’avvocato del sacerdote, Giuliano Milia, si rivolse alla Cassazione, invocando il principio del “ne bis in idem”: Don Vito non avrebbe potuto essere giudicato dal tribunale penale – questa l’argomentazione di Milia – perchè era già stato giudicato dal tribunale ecclesiastico.

La Cassazione definì però “inammissibile” il ricorso del parroco e allora i legali della difesa presentarono lo stesso ricorso al tribunale di Pescara, dove il pm Salvatore Campochiaro e l’avvocato di parte civile Vincenzo Di Girolamo si opposero. Il tribunale collegiale di Pescara scelse di posticipare la decisione sull’eccezione alle fasi successive del giudizio, quando sarebbero state rese disponibili le motivazioni della Cassazione. La difesa del sacerdote, a quel punto, avanzò la richiesta di rito abbreviato.

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