Teramo, piscina comunale ancora chiusa: per D’Alberto “le colpe sono tutte del centrodestra”
TERAMO, 3 giugno – A quattro mesi dall’aggiudicazione dal bando di gara per la gestione della piscina comunale Acquaviva la struttura resta ancora chiusa, con l’associazione temporanea di imprese che dovrebbe subentrare che non riesce ad entrare in possesso delle chiavi ed un impianto che necessita di importanti lavori di adeguamento prima di poter tornare in funzione. Una situazione che rischia di far saltare anche la stagione estiva e sulla quale punta il dito il candidati sindaco Gianguido D’Alberto, che sottolinea come a rischio sia anche il futuro del Palascapriano, a fronte di un gara d’appalto per l’individuazione del nuovo gestore andata deserta, e come tale situazione sia il frutto della gestione degli impianti portata avanti in questi anni dal centrodestra teramano.
Quello stesso centrodestra che, denuncia il candidato sindaco, si ripresenta sia nella coalizione a sostegno di Giandonato Morra sia nelle liste a sostegno di Mauro Di Dalmazio.
“Per anni abbiamo denunciato in consiglio comunale la scellerata e fallimentare gestione degli impianti sportivi comunali, a partire proprio dall’Acquaviva, da parte dell’amministrazione Brucchi. Amministrazione i cui principali esponenti si ripresentano alle elezioni in diverse liste, pur nel disperato tentativo di prendere le distanze dal famigerato Modello Teramo. Quanto sta avvenendo oggi per la piscina comunale è la conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto – sottolinea il candidato sindaco Gianguido D’Alberto – L’attuale situazione è infatti frutto delle scelte operate nel corso degli anni del centrodestra, che non ha mai fatto valere le clausole sulla volturazione delle utenze che sono così andate fuori controllo, con costi impazziti e a totale carico del Comune. Una questione che si è intrecciata con quella relativa alla manutenzione dell’impianto. Perché il Comune ad un certo punto ha iniziato a compensare le spese delle manutenzione con i costi delle utenze in modo assolutamente anomalo. E così si è andati avanti fino a dicembre, quando si è determinata una situazione di blocco della struttura. Struttura che di fatto nel corso degli anni non ha mai visto alcun intervento di manutenzione degno di questo nome”
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E così oggi, nonostante la scadenza del contratto con i precedenti gestori e l’affidamento, con bando di gara, ad un Ati composta da diverse società sportive, l’impianto, di vitale importanza anche per le attività di carattere sociale e non solo sportivo, resta fermo.
“Nel corso degli anni abbiamo chiesto più volte che si facesse chiarezza sulla situazione della gestione della piscina comunale – continua D’Alberto – Piscina per la quale nel 2015 la precedente giunta aveva approvato una serie di lavori volto alla parziale manutenzione straordinaria per un importo di 86mila euro. Alle nostre richieste, presentate nel corso degli anni, sull’effettiva erogazione ed utilizzo degli stanziamenti annuali, che negli ultimi anni oscillavano tra i 50mila e gli 80mila euro, l’amministrazione Brucchi non ha mai risposto. Un tema che era stato oggetto anche di una commissione di vigilanza, dalla quale era emerso come non esistesse alcuna rendicontazione degli interventi manutentivi a cui l’erogazione delle somme doveva fare riferimento. Questo perché quelle somme, invece che essere versate alla società, venivano utilizzate per lo scomputo della copertura dei costi delle utenze. Una gestione scellerata che ha fatto si che l’impianto si ammalorasse”.
Una situazione rispetto la quale serve una radicale inversione di rotta. Tra le azioni che la nuova amministrazione metterà in campo il censimento di tutti gli impianti sportivi comunali e il monitoraggio del loro stato di salute, l’attivazione di un tavolo di concertazione tra comune e società sportive, l’avvio di una gestione manageriale di impianti di particolare rilevanza, come ad esempio il Pala Scapriano e l’ex Stadio Comunale, la redazione di un regolamento che uniformi le modalità e costi di gestione degli impianti sportivi comunali, l’adeguamento della strutture sportive in termini di accesso e di fruizione anche alle esigenze dei cittadini diversamente abili; la progettazione di un impianto dedicato esclusivamente alla pratica sportiva per la crescita e l’educazione degli sportivi diversamente abili.