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Caos nel carcere di Pescara, detenuto distrugge e incendia cella: feriti agenti di Polizia penitenziaria

Caos nel carcere di Pescara, detenuto distrugge e incendia cella: feriti agenti di Polizia penitenziaria

PESCARA, 24 ottobre – Caos ieri sera al carcere di Pescara: un detenuto appena arrivato in istituto ha prima distrutto la cella nel quale era stato collocato e poi vi ha appiccato il fuoco. Gli agenti di Polizia penitenziaria intervenuti, nel tentativo di salvare il detenuto e il reparto in cui è avvenuto il fatto, sono rimasti feriti e sono stati trasportati in ospedale. Ne dà notizia la Uil Pa Polizia Penitenziaria Abruzzo, spiegando che si tratta di un tossicodipendente e che all’origine del gesto potrebbe esserci una crisi d’astinenza.

Il sindacato, che definisce quella di ieri come una “serata di inferno” e giudica “gravissimo” l’episodio, sottolinea che per gli agenti feriti “al momento si parla di una prognosi di sette giorni anche se crediamo vi potrebbero essere complicazioni”.

Sull’accaduto intervengono Mauro Nardella e Giuseppe Ferretti, rispettivamente vice segretario generale Uil Pa Polizia Penitenziaria Abruzzo e componente della segreteria confederale Cst Adriatica Gran Sasso, e Giusepppe Ferretti, segretario provinciale Uil Pa Polizia Penitenziaria, i quali, riprendendo denunce di soli pochi giorni fa da loro avanzate sul tema della carenza di organico, del sovraffollamento carcerario, dell’elevato numero di tossicodipendenti e di detenuti affetti da psicopatia, rilanciano “l’allarme sulla drammaticità della situazione nella quale il carcere di Pescara sembra non poterne proprio uscire”.

“Di ieri, inoltre – aggiungono – la notizia di un solo psicologo riservato al presidio tossicodipendente la quale, per sole 35 ore mensili e a tempo determinato (pur essendo la stessa messa da marzo scorso, sembrerebbe, nelle condizioni di rivestirne a tempo indeterminato la dirigenza) dovrebbe provvedere alle necessità di centinaia e centinaia di persone. In sostanza un’autentica utopia amministrativa”.

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