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Confcommercio Chieti contro Megalò 2: “Vogliamo lo stato di calamità commerciale”

Confcommercio Chieti contro Megalò 2: “Vogliamo lo stato di calamità commerciale”

CHIETI, 21 dicembre – E’ sicuramente una provocazione bella e buona quella lanciata da Confcommercio Chieti che, al presidente della Regione Luciano D’Alfonso chiede, assieme a un incontro, il riconoscimento dello stato di calamità commerciale per una provincia che si ritiene devastata dal “proliferare della grande distribuzione”. Il riferimento più prossimo è ovviamente al raddoppio del centro commerciale Megalò, Il progetto noto come Megalò 2.

“Il progetto denominato Megalò 2 è ormai realtà- afferma Marisa Tiberio, presidente provinciale Confcommercio Chieti – dal momento che sono partiti i lavori di messa in sicurezza dell’alveo del fiume Pescara su cui insisterà questa ennesima mega struttura commerciale. Il Comune, normative alla mano, può davvero poco ed è arrivato il momento che la Regione scopra le carte e ci dica chiaramente di che morte dobbiamo morire noi commercianti. Si parla spesso, anche se a ragione, delle problematiche ambientali legate alla nascita di nuovi centri commerciali ma si continua incredibilmente ad ignorare gli effetti negativi sul tessuto economico e sociale determinati sul territorio in cui si costruiscono queste strutture.”

Tiberio le sue richieste le appoggia su numeri ufficiali:

“Il rapporto tra superficie adibita alle vendite e numero di abitanti, nel quinquennio 2010/2014, è aumentato da 33 metri quadrati ogni 100 abitanti, registrato nel 2010, a 49,5 nel 2014. Tale incremento risulta decisamente superiore rispetto alla media nazionale, passata da 35,3 a 37,2, ed appare in controtendenza rispetto a quello registrato in una città come Milano (da 43,6 a 43,1). L’anomalia dell’incremento- spiega Tiberio- è inoltre confermata dall’analisi dei dati relativi alla superficie complessiva della grande distribuzione che a Chieti è aumentata di 65.856 metri quadrati, dato in valore assoluto assai vicino a quello registrato a Milano (72.490 metri quadrati), nonostante l’evidente differenza territoriale e demografica dei due centri.”

Nel quinquennio 2010/2014, inoltre, su 41 nuovi punti vendita della grande distribuzione in Abruzzo, ben 29 strutture di questo tipo (circa 3 quarti) sono state aperte nella sola provincia di Chieti, dove a seguito di un deciso aumento della concentrazione della grande distribuzione è possibile riscontrare un evidente calo degli esercizi commerciali tradizionali.

Non basta. Ci sono altri numeri, recentissimi, e sono quelli forniti dalla Camera di commercio e aggiornati al 30 settembre 2016: nel terzo trimestre dell’anno si sono perse, in provincia di Chieti, 238 imprese specializzate nella vendita al dettaglio ed all’ingrosso per una percentuale negativa del 2,5% che sale addirittura al -2,6% per la sola Chieti città.

“Megalò 2 ci darà il colpo di grazia. – sostiene Tiberio –  Il fenomeno di desertificazione commerciale dei centri storici sta determinando la morte di interi pezzi di territorio, con effetti negativi sul piano della coesione e sociale, della legalità e della sicurezza. Chiediamo per questo alla Regione un incontro immediato per capire il da farsi. Il nostro territorio è vittima di un’evidente ‘calamità commerciale’ senza precedenti che sta colpendo, da anni, il piccolo commercio giunto allo sfinimento. Vogliamo aiuti concreti perché, purtroppo, anche abbassare le saracinesche costa tanto.”

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