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Decreto Genova, Biondi: Inserire provvedimenti per emergenze ancora aperte a L’Aquila”

Decreto Genova, Biondi: Inserire provvedimenti per emergenze ancora aperte a L’Aquila”

L’AQUILA, 1 ottobre – Il Decreto Genova potrebbe rappresentare la chiave di volta per risolvere alcune delle emergenze che, a distanza di nove anni dal terremoto, continuano a caratterizzare la città di L’Aquila. Ne è convinto il sindaco Pierluigi Biondi, che ha inviato una lettera al presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte, al sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti e a tutti i parlamentari eletti in Abruzzo affinché all’interno del decreto varato dall’esecutivo nazionale a seguito del crollo del ponte Morandi, contenente disposizioni per fronteggiare anche altre emergenze nazionali, vengano inseriti provvedimenti per fornire risposte a questioni ancora aperte nella città abruzzese.

“Mi riferisco, in particolare, a quelle legate al personale assunto a tempo indeterminato a seguito di un concorso pubblico da 300 posti, personale in parte impiegato presso il Comune dell’Aquila ed in parte presso gli uffici territoriali per la ricostruzione del cratere, che aspetta di essere trasferito a tutti gli effetti all’interno delle piante organiche dei rispettivi enti e a quello precario frutto della normativa emergenziale – scrive il primo cittadino – C’è, poi, la necessità che lo Stato italiano intervenga per garantire fondi necessari al riequilibrio del bilancio comunale che sconta sofferenze legate alle minori entrate e alle maggiori uscite dovute proprio all’evento sismico del 2009 e all’assegnazione delle risorse per l’assistenza tecnica e le spese obbligatorie”.

Nella missiva il sindaco ricorda anche “la drammatica incombenza della restituzione delle tasse sospese a seguito dei tragici eventi del 6 aprile di nove anni fa, con la scadenza per la produzione della documentazione che torna inesorabilmente ad avvicinarsi dopo la proroga al 31 dicembre 2018 già concessa dall’attuale esecutivo”.  Una situazione a fronte della quale, per il primo cittadino, “senza interventi in grado di dare una risposta a imprese e professionisti, il rischio di un tracollo economico dell’intera città-territorio è reale”.

Biondi interviene poi anche sulle copertura economiche, sottolineando come “tutte queste misure sono senza maggiori oneri per le casse statali in quanto si tratta di partite o già inserite nei rispettivi capitoli di bilancio o da finalizzare a valere sui fondi della tabella E allegata alla legge di stabilità 2015, mentre per il personale precario si potrebbe ricorrere alle risorse della legge Madia”.

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