PESCARA, 2 febbraio – Filtrano nuove indiscrezioni sulla dinamica della valanga che il 18 gennaio scorso ha travolto l’Hotel Rigopiano di Farindola, uccidendo 29 persone. Gli esperti,  che hanno partecipato ai primi sopralluoghi e alle operazioni di soccorso nei giorni successivi alla tragedia, spiegano che il fenomeno sarebbe stato causato dall’accumulo di un doppio strato di neve e rivelano che lo spostamento d’aria generato dalla valanga ha raggiunto una velocità fuori dal comune.

IL PRIMO STRATO DI NEVE HA FATTO DA SCIVOLO

Secondo gli esperti, la valanga sarebbe stata causata dal distacco di uno strato di neve alto quasi 3 metri, accumulatosi sopra un altro strato di neve, particolarmente compatto, generato dalle precipitazioni dei giorni precedenti. Il primo strato, in sostanza, avrebbe creato una sorta di piano di scorrimento, un fattore che sommato alla qualità della neve accumulatasi il 18 gennaio, molto pesante e bagnata, avrebbe creato le condizioni per il verificarsi dell’evento.

Un altro elemento di rilievo, che avrebbe contribuito al distacco della valanga, è rappresentato dall’acclività del pendio, particolarmente ripido. In ogni caso gli esperti tengono a precisare che tutti questi aspetti rappresentano fattori predisponenti, che non innescano automaticamente l’evento, ma si limitano ad accrescere le probabilità che l’evento si realizzi.

LO SPOSTAMENTO D’ARIA HA SRADICATO GLI ALBERI

Stando ai primi rilievi, inoltre, lo spostamento d’aria, generato dalla massa di neve in sospensione aerea, avrebbe viaggiato ad una potenza superiore, forse perfino doppia, rispetto ai 100 chilometri orari dei quali si era inizialmente parlato. La potenza dell’impatto sarebbe stata dunque spaventosa e potrebbe avere contribuito in modo determinante anche allo spostamento della struttura alberghiera. Indicazioni, in tal senso, sono state fornite dal rinvenimento di tronchi, sradicati e infilati di testa negli accumuli di neve.