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In Abruzzo un residente su 5 è a rischio povertà, l’indagine del Cresa: “Regione fragile”

In Abruzzo un residente su 5 è a rischio povertà, l’indagine del Cresa: “Regione fragile”

PESCARA, 6 giugno – Una regione fragile, nella quale il gap nella distribuzione del reddito aumenta a svantaggio della frangia più povera della popolazione. Un residente su cinque è a rischio di povertà, più di uno su dieci vive in una situazione di grave deprivazione materiale. E’ la fotografia dell’Abruzzo scattata dal Cresa in un focus sul benessere economico e soggettivo. Nel report si parla di reddito disponibile pro capite, di disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza, di rischio di povertà, di grave deprivazione materiale, di qualità dell’abitazione, di difficoltà economiche soggettive e di bassa intensità lavorativa.

IL REDDITO DISPONIBILE

Il reddito disponibile pro capite in Abruzzo, nel 2015, ammonta a 15.608 euro, che corrisponde all’89% del reddito medio nazionale (€ 17.826) ed è superiore al solo valore relativo al Mezzogiorno. L’Abruzzo si colloca al 13° posto della classifica. Rispetto all’anno precedente il reddito pro capite aumenta dell’1,8%. La crescita del reddito disponibile non ha modificato la disuguaglianza nella sua distribuzione: nel 2015 il rapporto tra il reddito percepito dal 20% della popolazione con i redditi più alti e il 20% con quelli più bassi è pari nel 2015 a 5,0, contro una media Italia del 5,8 e Europa del 5,2. L’Abruzzo si posiziona all’11° posto della classifica delle regioni più virtuose.

IL RISCHIO POVERTA’

La diseguaglianza nella distribuzione del reddito, rileva il Cresa, comporta anche un elevato rischio di povertà. Si considerano a rischio di povertà le persone con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano. L’Abruzzo, con il 21,7% della popolazione a rischio di povertà, si colloca al di sopra della media nazionale (19,9%) e si posiziona al tredicesimo posto della graduatoria.

LA DEPRIVAZIONE MATERIALE

La problematicità della situazione abruzzese è confermata dagli indicatori di grave deprivazione materiale e ancor più abitativa. Si considerano in situazione di grave deprivazione materiale le persone che vivono in famiglie che hanno almeno quattro dei nove seguenti problemi: non poter sostenere spese impreviste di 800 euro; non potersi permettere una settimana di ferie l’anno lontano da casa; avere arretrati di mutuo, affitto, bollette o altri debiti come ad es. gli acquisti a rate; non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni, cioè con proteine della carne o del pesce (o equivalente vegetariano); non poter scaldare adeguatamente l’abitazione; non potersi permettere una lavatrice oppure un televisore a colori o un telefono o un’automobile. L’11,1% dei residenti, percentuale leggermente inferiore alla media nazionale (11,5%) e in forte aumento rispetto all’anno precedente (9,5% nel 2015 e 8,6 nel 2014) soffre di gravi carenze materiali e l’Abruzzo si posiziona al tredicesimo posto della graduatoria delle regioni ordinate per virtuosità.

IL SOVRAFFOLLAMENTO ABITATIVO

Per quanto riguarda il sovraffollamento abitativo e la carenza di alcuni servizi essenziali nell’abitazione (problemi strutturali, mancanza di luce e di acqua corrente) si fa riferimento al dato del 2013 nel quale alla regione viene attribuito il valore di 7,1%, inferiore al dato medio nazionale dell’8,8%. L’Abruzzo si posiziona al quinto posto delle regioni più virtuose.

UNO SU CINQUE ARRIVA A FINE MESE CON GRANDE DIFFICOLTA’

Per quanto riguarda la valutazione soggettiva della difficoltà economica, data dalla quota di persone in famiglia che dichiarano di arrivare a fine mese con grande difficoltà, si osserva che nel 2015 essa riguarda il 21,3% della popolazione residente in famiglia, valore che posiziona l’Abruzzo al sedicesimo posto della classifica delle regioni italiane (1 posizione Veneto con 5,7%) seguito solo da Calabria, Puglia, Sicilia e Campania. Il dato, di per sé preoccupante, diventa ancora più allarmante se confrontato con il valore del 2004, quando solo poco più del 14% della popolazione valutava grave la propria situazione economica. A fronte di un netto peggioramento in regione nel resto del paese l’indicatore mostra nel complesso stabilità e al Centro un netto miglioramento.

IL MONDO DEL LAVORO

Il disagio economico che caratterizza la regione sembra legato anche alla difficoltà per le famiglie e gli individui ad entrare e permanere nel mondo del lavoro. Un’altra misura dello stato di necessità in cui le famiglie possono trovarsi è, infatti, data dalla bassa intensità lavorativa familiare. Il dato regionale mostra che l’11,8% delle persone con meno di 60 anni vive in famiglie nelle quali le persone in età lavorativa hanno lavorato per meno del 20% del loro potenziale. L’Abruzzo si colloca al 14/o posto tra le regioni italiane, poco al di sotto della media nazionale (11,7%), in aumento rispetto al 2004 di 3,8 punti percentuali (Italia: 0,6 punti percentuali)

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