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L’addio di Sulmona a Fabrizia. Il vescovo: “Ha dovuto lasciare terra che non dà speranza ai giovani”

L’addio di Sulmona a Fabrizia. Il vescovo: “Ha dovuto lasciare terra che non dà speranza ai giovani”

SULMONA, 26 dicembre – E’ il giorno dell’addio a Fabrizia Di Lorenzo, la ragazza di 31 anni uccisa una settimana fa nell’attentato terroristico di Berlino. A Sulmona, in una stracolma cattedrale di San Panfilo, è iniziato intorno alle 11.15 il rito funebre officiato dal vescovo Angelo Spina. L’intera comunità peligna si è stretta attorno ai familiari di Fabrizia ed ha tributato l’ultimo saluto alla sua giovane concittadina. Presenti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro dell’Interno Marco Minniti, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, il presidente della Provincia Antonio De Crescentiis, il sindaco di Sulmona Annamaria Casini e altre autorità politiche, civili e militari.

La chiesa è sotto assedio già dalle prime ore di oggi, con uno straordinario dispiegamento di forze dell’ordine in piazza Duomo e con il posizionamento di transenne per contenere la folla, che si è ordinatamente assiepata all’esterno del luogo di culto, dove ha potuto seguire il rito funebre attraverso gli altoparlanti. L’accesso alla cattedrale è stato consentito soltanto a parenti, amici più stretti e autorità. Fotografi e video-operatori sono stati fatti accomodare in un’apposita postazione all’aperto.

Un lungo applauso della folla ha salutato l’arrivo della bara portata a spalla nella chiesa. Gaetano e Giovanna Di Lorenzo, i genitori di Fabrizia, hanno accolto con grande compostezza, all’interno del Duomo, il feretro della figlia: sguardo vitreo e fisso sulla bara, da parte della madre, distrutta dal dolore come il marito e l’altro figlio Gerardo.

Il vescovo, nel corso dell’omelia, ha ricordato le altre vittime dell’attentato e ha detto:

“Anche noi siamo qui a piangere la nostra sorella e amica Fabrizia, che ci ha lasciati all’improvviso in modo tragico, pronta come un angelo, con le ali aperte, a spiccare il volo”.

Poi Spina si è soffermato sulla figura di Fabrizia e sulle condizioni di un Paese spinge troppi giovani a cercare fortuna all’estero:

“Il suo sorriso rimarrà sempre con noi. Lei che amava la vita, con grandi ideali e forti valori, come tanti giovani ha dovuto lasciare questa terra per trovare lavoro altrove, perché questa nostra terra amata non riesce a dare speranza alle giovani generazioni che cercano lavoro. Quel lavoro che dà dignità alla persona umana”.

Quindi il vescovo ha aggiunto:

“La sua breve esistenza vissuta nella semplicità, nell’umiltà e nella purezza di cuore, per noi è un invito a vivere nel vangelo, ad essere miti e operatori di pace”.

Infine l’estremo saluto a Fabrizia:

“Lei è una stella che brilla con la sua scia luminosa e la sua vita tragicamente spezzata dice a tutta l’umanità che la violenza è profanazione del nome di Dio e che solo la pace è santa. Il bene trionferà sul male, l’ultima parola non è della morte, ma della vita”.

 

Un nuovo applauso ha accolto l’uscita della bara dal Duomo. Dietro il feretro i genitori e poco dopo è apparso anche il Capo dello Stato Mattarella. La salma è stata trasportata nel cimitero di Sulmona per la tumulazione con cerimonia privata.

Il sindaco, nella giornata di oggi, ha proclamato il lutto cittadino “in segno di rispetto e partecipazione al profondo dolore della famiglia e della comunità sulmonese”.

 

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